
Lutto nel mondo del calcio italiano. Un protagonista delle stagioni storiche del Milan negli anni Settanta ci ha lasciati, lasciando dietro di sé il ricordo di un uomo umile e di un calciatore generoso. La notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente gli ambienti sportivi, dove era ancora oggi ricordato per la sua serietà e per alcune imprese memorabili con la maglia rossonera.
Aveva indossato la casacca del Milan in un periodo cruciale della storia del club, contribuendo con dedizione al gruppo che disputò competizioni nazionali e internazionali di grande rilievo. Seppur non tra i nomi più celebri del calcio italiano, era diventato per molti tifosi un simbolo di determinazione e sacrificio.

È morto a 72 anni Enrico Luigi Lanzi, difensore cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan. La sua carriera in prima squadra era iniziata dopo un prestito al Cesena, dove fu tra i protagonisti della storica promozione in Serie A sotto la guida di Gigi Radice, un’esperienza che segnò profondamente la sua crescita sportiva.
Una volta rientrato al Milan, Lanzi esordì ufficialmente il 9 dicembre 1973, nella sfida di campionato contro la Fiorentina a San Siro. In quella stagione riuscì a collezionare 5 presenze in Serie A, ma soprattutto fu impiegato con continuità in Coppa Italia (4 partite) e Coppa delle Coppe, dove disputò anche la finale di Rotterdam.
In quell’ultimo atto europeo, il Milan si arrese per 2-0 contro il Magdeburgo, in una partita rimasta nella memoria collettiva per l’amarezza del risultato ma anche per la grande esperienza vissuta da Lanzi, uno dei pochi giovani presenti in quella spedizione internazionale.

Dopo la parentesi rossonera, Lanzi intraprese un percorso professionale nei campi di provincia, difendendo le maglie di Varese, Perugia, Monza, Campobasso, Paganese e infine Broni. Una carriera solida, fatta di tanto lavoro e silenziosa affidabilità, qualità che lo hanno sempre contraddistinto.
Una volta appese le scarpette al chiodo, si dedicò per un breve periodo all’attività di allenatore, restando legato al territorio della provincia di Pavia, dove aveva messo radici e dove era benvoluto da colleghi e giovani calciatori.
Il calcio perde così un interprete autentico, forse lontano dai riflettori, ma presente nei cuori di chi lo ha visto giocare e apprezzato per i suoi valori. Un uomo d’altri tempi, capace di vivere lo sport con misura, passione e rispetto.
In queste ore, numerosi i messaggi di cordoglio da parte di ex compagni, società e tifosi. Il Milan, in particolare, lo ha ricordato con un pensiero affettuoso sui propri canali, sottolineando come “la famiglia rossonera non dimenticherà mai chi ha dato tutto per questa maglia”.