
Le condizioni di salute di Simona Cinà, la giovane pallavolista di 21 anni trovata morta durante una festa in piscina in una villa a Bagheria, sono state al centro della lunga deposizione che i familiari della ragazza hanno reso ai carabinieri. Un interrogatorio carico di dolore, ma anche di dettagli utili per fare luce su quanto accaduto nella tragica notte di sabato.
Gli investigatori vogliono capire se Simona potesse avere avuto pregresse patologie o episodi rilevanti per spiegare un eventuale malore improvviso. Ma, secondo quanto riferito dai suoi genitori e dai fratelli, la ragazza era perfettamente in salute, atleta seguita regolarmente da medici sportivi e sottoposta a tutti gli accertamenti richiesti per l’attività agonistica.

Queste informazioni sono considerate fondamentali per la ricostruzione dei fatti. La procura sta cercando di comprendere se la causa della morte possa essere compatibile con un malore accidentale, un annegamento, o se invece ci siano elementi che richiedano un’ipotesi diversa. Nel frattempo, è stato notificato alla famiglia il decreto di convalida del sequestro di diversi oggetti trovati all’interno della villa.
Il provvedimento, firmato dal pubblico ministero Raffaele Cammarano, riguarda il costume da bagno che Simona indossava al momento della morte, i suoi vestiti, oltre a diverse bottiglie, bicchieri e piatti usati durante la festa. Tutti elementi che potrebbero aiutare a ricostruire l’ambiente e il contesto in cui è avvenuto il decesso.
Nella notte tra martedì e mercoledì, sul corpo della ragazza sono stati eseguiti gli esami preliminari post mortem, tra cui una Tac, una risonanza magnetica e varie radiografie, per individuare eventuali segni esterni o interni di trauma, o elementi che possano indirizzare le indagini in modo più preciso.

L’autopsia è stata fissata per domani, giovedì 7 agosto, e rappresenterà uno snodo cruciale per chiarire le cause del decesso. In particolare, si cercherà di stabilire se nei polmoni di Simona Cinà ci sia la presenza di acqua, un indizio chiave per determinare l’ipotesi di annegamento.
Nella stessa giornata verranno effettuati anche gli esami istologici, che analizzeranno campioni di tessuti per verificare eventuali alterazioni cellulari o tracce di sostanze anomale. Gli inquirenti attendono risposte anche dal punto di vista tossicologico, per escludere del tutto la presenza di alcol o droghe.
Nel frattempo, il dolore della comunità si mescola al bisogno di chiarezza. Simona Cinà era una ragazza molto conosciuta nel suo ambiente sportivo e tra i giovani della zona: la sua improvvisa scomparsa ha lasciato un vuoto profondo, che ora si cerca di colmare almeno con la verità.
Le indagini proseguono su più fronti, tra testimonianze, accertamenti medici e rilievi tecnici. Le prossime ore saranno decisive per comprendere se quella tragedia sia stata davvero frutto del caso o se qualcuno debba risponderne di fronte alla giustizia.