
Una vita dedicata al campo, un talento purissimo sbocciato in un contesto difficile, fatto di passione e resilienza. Fin da ragazzo, i suoi piedi erano una promessa, capaci di trasformare un semplice pallone in un sogno di riscatto e di gioia. Non era solo un giocatore, era un simbolo. I suoi dribbling fulminei e i suoi gol spettacolari hanno fatto vibrare stadi e cuori, portando speranza e orgoglio a un’intera nazione. Ha calcato i campi di casa, ha vestito la maglia della sua nazionale e ha lottato con la stessa tenacia che lo ha sempre contraddistinto, lasciando un segno indelebile nella storia del calcio del suo paese.
Era un attaccante di razza, uno di quelli che non si arrendono mai. Il suo soprannome, che evocava uno dei più grandi miti del calcio mondiale, non era un caso: era il riconoscimento di un talento straordinario, un dono che ha saputo coltivare e mettere al servizio della sua comunità. Ha segnato più di cento gol in carriera, diventando una vera e propria leggenda. Anche quando ha appeso le scarpette al chiodo, la sua influenza è rimasta viva. Non era solo un campione sul campo, ma un faro di speranza e un punto di riferimento per i giovani che sognavano di seguire le sue orme. La sua storia è un intreccio di trionfi sportivi e di un profondo legame con la sua terra, un legame che si è spezzato in modo tragico, lasciando un vuoto incolmabile.
La tragica fine di un campione
La notizia della sua morte ha scosso il mondo sportivo. Suleiman Al-Obaid, icona del calcio palestinese, è stato ucciso all’età di 41 anni. Il tragico evento si è consumato mercoledì 6 agosto a Gaza, dove il “Pelé della Palestina” è stato colpito a morte da colpi d’arma da fuoco israeliani. La dinamica dei fatti è straziante: Al-Obaid si trovava in attesa di aiuti umanitari, in cerca di cibo per sé e per la sua famiglia, quando è avvenuto l’attacco che ha preso di mira i civili in coda. La PFA, la Palestine Football Association, ha denunciato l’accaduto, sottolineando che l’atleta è stato ucciso dalle “forze di occupazione israeliane” mentre si trovava al centro di distribuzione di Rafah.
Una carriera brillante
Il soprannome “Pelé della Palestina” riassume l’importanza di Suleiman Al-Obaid per il calcio locale. Attaccante puro, dotato di una velocità e di un istinto da goleador eccezionali, ha segnato oltre 100 gol in carriera, diventando una delle stelle più luminose del calcio palestinese. Dopo aver militato per cinque stagioni nella West Bank Palestine League, nel 2015 tornò a Gaza, dove il suo talento esplose definitivamente, portandolo a vincere la Scarpa d’Oro per tre anni consecutivi. Ha vestito la maglia di diverse squadre, tra cui il Gaza Al-Riyadi e, più recentemente, il Khadamat Al-Shate, squadra che non ha abbandonato nonostante la retrocessione nel 2022. La sua lealtà e il suo attaccamento alla maglia erano un esempio per tutti.
Al-Obaid ha giocato un ruolo cruciale anche nella storia della nazionale palestinese. Con 21 presenze e due gol all’attivo, ha contribuito in maniera determinante alla storica qualificazione della Palestina alla Coppa d’Asia del 2015. Il suo contributo non si misurava solo in termini di gol, ma anche in leadership e spirito di sacrificio, qualità che lo hanno reso un punto di riferimento per i compagni di squadra. Aveva lasciato l’attività agonistica nel 2023, ma il suo nome era rimasto scolpito nella memoria di tutti gli appassionati.
Il tributo della PFA
La Palestine Football Association ha voluto rendere omaggio al suo campione, ricordando la sua lunga e straordinaria carriera. La sua morte, purtroppo, si inserisce in un contesto drammatico. Secondo i dati diffusi dalla PFA, Al-Obaid è il 662° atleta palestinese a perdere la vita dall’inizio del conflitto. Il bilancio tra i membri delle associazioni calcistiche è altrettanto tragico, con 321 vittime tra giocatori, dirigenti, allenatori e arbitri. La sua scomparsa è un’altra ferita in una comunità sportiva già duramente provata, un’ulteriore testimonianza delle devastanti conseguenze del conflitto sulla vita dei civili. La memoria di Suleiman Al-Obaid, il “Pelé della Palestina”, vivrà non solo nei cuori dei tifosi, ma anche come monito della violenza che continua a colpire innocenti.