
La musica, le risate, il tintinnio dei bicchieri. Era una festa di laurea come tante, in una villa privata, con la piscina che faceva da sfondo all’ultima notte d’estate prima dell’età adulta. Tra i ragazzi c’era anche lei, Simona, 20 anni appena compiuti, atleta, pallavolista e nuotatrice esperta. Nessuno avrebbe mai immaginato che quella serata si sarebbe trasformata in un incubo.
Poco dopo la mezzanotte, due ragazzi si sono tuffati in piscina per gioco. Ma tra i riflessi dell’acqua e le luci basse, hanno notato qualcosa sul fondo. Era il corpo di Simona. Immobile. Silenzioso. Senza più vita. Da quel momento, ogni secondo è stato una corsa disperata per cercare di salvarla. Ma era già troppo tardi.
L’autopsia e i dubbi su cosa sia successo davvero
Oggi, giovedì 7 agosto, il medico legale Tommaso D’Anna eseguirà l’autopsia al Policlinico di Palermo. Un esame considerato decisivo per capire cosa abbia davvero provocato la morte di Simona Cinà, trovata senza vita nella piscina durante una festa a Bagheria. La giovane era in perfetta salute, seguita regolarmente da medici sportivi, e non aveva mai manifestato problemi di alcun tipo. La sua famiglia non si dà pace.
La Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e ha già disposto una serie di sequestri all’interno della villa: oltre venti bottiglie di alcolici, bicchieri, asciugamani, i vestiti della ragazza e il costume da bagno che indossava. Il sequestro è stato convalidato dal pm Raffaele Cammarano, smentendo la versione iniziale dei familiari secondo cui «non c’era alcol alla festa».
Una ragazza piena di vita, con la passione per lo sport
Chi conosceva Simona, racconta di una giovane determinata, solare e rigorosa. Giocava a pallavolo a livello agonistico e nuotava con naturalezza: l’acqua era il suo elemento. «Aveva la fissazione per la forma fisica e la salute», ha raccontato il suo ex fidanzato Francesco Tilotta. «Non beveva, non assumeva sostanze. Magari una birra ogni tanto in compagnia, ma nulla di più. Io non l’ho mai vista nemmeno brilla».
I primi esami radiologici – TAC e RX – effettuati il 5 agosto non hanno rilevato traumi evidenti né patologie pregresse. È stata quindi disposta anche una risonanza magnetica per individuare eventuali anomalie invisibili a occhio nudo. Ma i risultati definitivi, inclusi gli esami tossicologici e istologici, richiederanno fino a 45 giorni.
La festa, il vuoto, le domande
Nel frattempo, i carabinieri della compagnia di Bagheria stanno ascoltando i testimoni presenti alla festa. Tutti hanno riferito che la serata era «tranquilla», nessuno ha visto Simona sentirsi male o chiedere aiuto. Eppure, è affogata sotto gli occhi di decine di persone, senza che nessuno se ne accorgesse. Un’anomalia che alimenta i sospetti.
Il fratello Gabriele ha parlato con i giornalisti, dando voce al dolore della famiglia: «Aspettiamo risposte. Speriamo solo di sapere la verità, non possiamo fare altro».
Oggi, con l’autopsia, potrebbe arrivare il primo frammento di chiarezza. Una verità che, per chi ha amato Simona, è l’unico modo per cominciare a capire. E, forse, a respirare di nuovo.