
Il tempo si era fermato nel silenzio di pietra del vecchio campanile. Nessuno ci entrava da anni, da quando i Salesiani avevano lasciato quel luogo dimenticato. Un luogo che sembrava estraneo alla vita quotidiana, eppure bastava alzare lo sguardo — solo un po’ — per scoprire che lì dentro, da oltre un anno e mezzo, giaceva il corpo di Giancarlo Contu, a pochi metri da casa sua.
È stato un tecnico specializzato, salito sulla torre del Tempio Don Bosco a Lanusei per la manutenzione delle campane automatiche, a spezzare quel silenzio. Un’operazione di routine, e poi l’orrore: un corpo in avanzato stato di decomposizione, irriconoscibile, rannicchiato nel buio. Era Giancarlo Contu, 63 anni, ex portiere del Lanusei Calcio, figura conosciutissima in paese, scomparso il 23 dicembre 2023. Da allora, nessuna traccia. Nessun indizio. Solo la sparizione improvvisa di un uomo fragile, già allontanatosi in passato e poi ritrovato nel cimitero comunale.
Settantacinque giorni di ricerche, inutili: era sempre stato lì
Contu era stato cercato per oltre due mesi, con battute, droni, cani molecolari, ma il suo corpo si trovava a pochi passi da casa, in un luogo che nessuno aveva mai pensato di controllare: un campanile dismesso, sigillato dal tempo e dall’indifferenza, ma evidentemente ancora accessibile. Gli investigatori ipotizzano che Contu si sia introdotto da una piccola finestra, forse in uno stato confusionale, e che poi sia precipitato nel vuoto.
Cause naturali o tragico incidente? Indaga la Procura
Sul posto, nella giornata di oggi, si sono recate la procuratrice Paola Dal Monte e la sua vice Giovanna Morra, mentre gli accertamenti tecnici sono stati affidati alla polizia scientifica. Le prime ipotesi, anche sulla base dello stato di decomposizione avanzato, parlano di morte per cause naturali o conseguenza di una caduta. Non ci sarebbero segni evidenti di violenza, ma l’autopsia dovrà comunque chiarire i dettagli, compresa la data approssimativa del decesso.
Un passato difficile e una scomparsa rimasta senza risposte
Giancarlo Contu, classe 1960, era noto non solo per la carriera da portiere, ma anche per una vita difficile, segnata da episodi di disagio psicologico. Era già scomparso in precedenza, ma allora era stato ritrovato nel cimitero del paese, disorientato ma incolume. Questa volta, però, non c’è stato un ritorno. Solo un lungo silenzio e un ritrovamento tardivo, che riapre una ferita mai davvero chiusa per chi lo conosceva.
Oggi Lanusei si interroga, ancora una volta, sul perché un uomo possa svanire nel nulla, restando invisibile anche quando è vicinissimo. E su come sia possibile che nessuno abbia mai pensato di guardare lì, in alto, nel cuore inaccessibile di un campanile dimenticato.