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“L’incubo che diventa realtà…”. Garlasco, caos dopo l’annuncio dell’avvocato di Andrea Sempio in diretta

Pubblicato: 07/08/2025 13:15

Colpo di scena a Zona Bianca: la puntata di mercoledì 6 agosto 2025 ha lasciato tutti senza parole. Il celebre talk condotto da Giuseppe Brindisi su Rete 4 ha messo sotto i riflettori il delitto di Garlasco, con una discussione accesissima interrotta sul più bello. Il focus? L’impronta 33 e il discusso “Dna fantasma”, elementi chiave della nuova indagine che rischia di portare Andrea Sempio davanti al giudice. La tensione, in studio e tra il pubblico, era alle stelle.

Protagonista assoluto, l’avvocato Massimo Lovati – difensore di Sempio – che ha mostrato tutto il suo nervosismo, soprattutto quando si è parlato degli esperimenti della difesa Stasi: tracce di sangue e sudore sull’impronta 33 trovata nel 2007. Lovati taglia corto: “No, l’avevo detto perché mi ero spaventato. Siccome queste notizie sono spesso eclatanti, all’inizio uno si spaventa: è l’incubo che diventa realtà. Poi uno ci pensa e capisce che è tutta una farsa”. E quando Antonio De Rensis, difensore di Stasi, aggiunge: “Anche la condanna di Stasi è basata su esperimenti, quindi non dobbiamo stupirci, né tantomeno averne paura”, la polemica si accende.

Garlasco, l’avvocato Sempio esplode in diretta

Il giornalista Stefano Zurlo lancia una domanda cruciale: se l’impronta 33 è così importante, perché non è stata subito confrontata? De Rensis risponde deciso: “Coloro che hanno chiesto l’estensione si sono opposti ferocemente a tutto l’incidente probatorio. Sa su quale base? Su quella che non sarebbe mai emerso nulla”. Quando Umberto Brindani suggerisce che la famosa impronta con sangue potrebbe appartenere a Sempio, Lovati non ci sta: “Ma basta! Dove sono andati a prendere il sangue e il sudore? Ma che cavolo di riferimenti sono questi?”. E ancora, incalza: “No, lo decido io perché è così! È una cosa talmente lapalissiana che da una fotografia non si possa capire se c’era il sangue o il sudore. Questi qua inventano le cose”.

Nuove domande e misteri sulla scena del crimine

La giornalista Maria Fiore introduce un nuovo elemento: la consulenza dei Ris, ancora riservata, potrebbe stabilire la data esatta dell’impronta 33. Una chiave per capire se Sempio fosse davvero presente durante il delitto. De Rensis rincara: si tratta di un’impronta “stabile, che dà pressione ed è assolutamente innaturale”, difficile da lasciare solo passando sulle scale. Si torna poi al misterioso Dna trovato nel 2007 sul pigiama di Chiara Poggi e mai verbalizzato. Rita Cavallaro denuncia: “Quell’impronta è sparita e non c’è verbale”. Zurlo aggiunge: “L’impronta fantasma – mi pare – era solo uno spunto che non ha portato a nulla”. De Rensis ricorda: “Stasi in quella occasione volò a dare il proprio Dna, ma tutte le volte che si è pensato che fosse il suo, poi sparisce, non è comparabile, non si sa…”.

Un altro momento intenso è stato l’intervista alla madre di Andrea Sempio. Difende il figlio e spiega di aver deciso di non rispondere agli inquirenti su consiglio legale. “Dal 2017 sono in cura dal neurologo per attacchi di panico… Che poi non ho avuto un attacco, solo dei capogiri. Non sono svenuta come è stato scritto”. Parla anche del pompiere coinvolto, dicendo di non averlo più visto dal 2009 e che i rapporti erano già interrotti.

Tensione alle stelle e dibattito interrotto

Lovati sbotta: “Da tre mesi sono tutti contro Andrea Sempio, ma non c’è nessuno che mi spiega quali siano gli indizi a suo sfavore. Non ce n’è, è un’indagine finta”. Brindani cita il pm Civardi: “Ci vedremo serenamente a processo”, ma Lovati replica: “Io non ne vedo neanche uno. Il processo non bisogna farlo a Daniela o altri, bisogna farlo a quel pubblico ufficiale dell’arma dei carabinieri che invece di chiudere il verbale ha fatto questa domanda suggestiva”. De Rensis chiude: “Quanti processi avremmo dovuto fare per ciò che è stato fatto nel 2007, seguendo il tuo metodo? A te non interessa, importa a me: Stasi è in galera da 10 anni!”.

È qui che la tensione raggiunge l’apice: Brindisi chiude bruscamente la discussione, lasciando tutti senza parole. Il passaggio improvviso dalle indagini sul sangue alle zanzare spiazza gli spettatori: “Ma è finito così de botto?”, “Nemmeno un saluto agli ospiti”, “Praticamente li ha tagliati di netto… Garlasco…”.

Garlasco: domande sospese tra misteri e verità mancata

Così si è chiusa la puntata, lasciando il pubblico con più dubbi che certezze. Il caso di Chiara Poggi resta un enigma fitto di ombre e interrogativi, mentre la sensazione di una giustizia che fatica a trovare risposte continua a tenere banco anche fuori dallo studio televisivo.

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