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“Primo caso in Italia”. Allarme per il nuovo virus, paziente ricoverato in ospedale. Cosa sappiamo

Pubblicato: 07/08/2025 13:44

Un nuovo allarme sanitario ha interessato il nostro paese, con la segnalazione del primo caso autoctono di una malattia virale. Una donna di 64 anni è stata diagnosticata con l’infezione nonostante non avesse effettuato viaggi recenti in Paesi in cui la patologia è considerata endemica.

Questo evento, ritenuto significativo dagli esperti regionali, ha spinto le autorità a implementare immediatamente una serie di misure preventive e di sorveglianza per contenere la diffusione del virus. La paziente, attualmente ricoverata, è descritta come vigile e collaborativa, con le sue condizioni monitorate costantemente dall’ospedale.

Primo caso in Veneto

Il primo caso è stato registrato in Veneto. La donna è residente a Negrar di Valpolicella, in provincia di Verona. In risposta al caso, la Direzione Prevenzione del Veneto, in stretta collaborazione con l’Azienda Ulss 9 e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha avviato un’indagine epidemiologica approfondita. Le azioni intraprese includono il monitoraggio entomologico per tracciare la presenza e la densità delle zanzare vettrici, l’attivazione di procedure di disinfestazione straordinaria nell’area interessata e l’avvio di una sorveglianza sanitaria mirata su persone che potrebbero essere state esposte al rischio di contagio.

Contemporaneamente, è stato rafforzato il sistema di sorveglianza sindromica nei pronto soccorso locali, per identificare tempestivamente eventuali nuovi casi. Fino a questo momento, tutti i casi confermati di questa malattia nella regione erano stati associati a viaggi in aree endemiche. L’identificazione di un’infezione contratta localmente evidenzia l’importanza di essere preparati a fronteggiare una possibile circolazione del virus sul territorio, un rischio che si intensifica a causa dell’aumento dei viaggi internazionali e delle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione della zanzara tigre.

punture di zanzara

Che cos’è la Chikungunya

La Chikungunya è una malattia virale che si manifesta principalmente con febbre alta improvvisa e forti dolori articolari. La patologia è causata da un virus della famiglia Togaviridae, genere Alphavirus, e si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, in particolare la zanzara tigre (Aedes albopictus), una specie ormai ampiamente diffusa anche in Italia e nel resto d’Europa. A differenza di altre malattie virali, la Chikungunya non si trasmette direttamente da persona a persona. L’infezione si propaga quando una zanzara punge un individuo infetto, diventando a sua volta vettore del virus. Dopo un periodo di incubazione, la zanzara può trasmettere la malattia a persone sane con successive punture, creando così un ciclo di trasmissione. Questo meccanismo di contagio spiega perché la sorveglianza e il controllo delle zanzare sono cruciali nella prevenzione.

Sintomi e decorso della malattia

I sintomi della Chikungunya compaiono solitamente dopo un periodo di incubazione di 3-7 giorni. Oltre alla febbre e agli intensi dolori articolari, che rappresentano i tratti distintivi dell’infezione, altri sintomi comuni includono dolori muscolari, mal di testa, eruzioni cutanee simili a quelle del morbillo, astenia (sensazione di debolezza) e, in alcuni casi, gonfiore delle articolazioni. Sebbene la malattia abbia spesso un decorso benigno e autolimitante, con i sintomi che tendono a risolversi spontaneamente nel giro di una o due settimane, i dolori articolari possono persistere per mesi o addirittura anni in una percentuale significativa di pazienti. Nelle persone anziane o in quelle con patologie pregresse, la Chikungunya può manifestarsi in forme più severe e dare luogo a complicanze. È importante sottolineare che la gravità della malattia può variare notevolmente da persona a persona.

Prevenzione e misure di controllo

Dato che non esiste un vaccino specifico per prevenire la Chikungunya, le misure di controllo si concentrano sulla riduzione del rischio di punture di zanzare. La prevenzione individuale è fondamentale e include l’uso di repellenti per insetti, l’installazione di zanzariere a porte e finestre, e l’adozione di indumenti che coprano la maggior parte del corpo, soprattutto nelle ore del giorno in cui le zanzare sono più attive. A livello di comunità, le misure preventive mirano a eliminare i focolai di riproduzione delle zanzare. La zanzara tigre, in particolare, depone le uova in piccole raccolte d’acqua stagnante, come vasi, sottovasi, pneumatici, grondaie o bidoni. È pertanto essenziale svuotare o coprire questi contenitori per impedire la riproduzione degli insetti. Le autorità sanitarie, come nel caso del Veneto, intervengono con disinfestazioni straordinarie in aree ad alto rischio. La collaborazione dei cittadini nel segnalare possibili focolai e nell’adottare comportamenti virtuosi è cruciale per il successo di queste campagne di controllo.

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