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“Sarà 10 volte più veloce della rivoluzione industriale”: l’allarme del Ceo di Google sull’intelligenza artificiale

Pubblicato: 07/08/2025 14:07

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale è già iniziata, ma la maggior parte delle persone non ne ha ancora colto la portata reale. A parlare è Demis Hassabis, CEO di Google DeepMind, tra i massimi esperti mondiali del settore. Secondo lui, ciò che ci attende nei prossimi anni non ha precedenti nella storia dell’umanità, per intensità e rapidità.

L’arrivo dell’intelligenza artificiale generale – o AGI – potrebbe ridisegnare completamente le società, i mercati e le relazioni tra Stati, ma anche tra individui. E il rischio più grande, secondo Hassabis, non è l’apocalisse, bensì la disuguaglianza. Ed è una posizione più morbida di quella di altri esperti del settore che, invece, vedono pericoli per il futuro dell’umanità nello sviluppo delle nuove AI.

L’avanzata dell’AGI e la tempistica dello stravolgimento

“La rivoluzione portata dall’IA sarà 10 volte più grande di quella industriale e forse 10 volte più veloce”, ha dichiarato Hassabis in una lunga intervista al Guardian. “Non so se sarà un momento unico”, ha aggiunto, “potrebbe essere comunque un processo graduale. Avremo questa AGI che esibirà tutte le capacità cognitive degli esseri umani nei prossimi cinque o dieci anni, forse prima”.

Una prospettiva simile era già stata accennata nei mesi scorsi anche dal CEO di OpenAI, Sam Altman, secondo cui entro il 2035 ogni persona al mondo disporrà di una qualche forma di intelligenza artificiale personale. Altman vede in questi sviluppi seri pericoli per la sopravvivenza umana. Ma per Hassabis, il vero nodo resta la distribuzione equa dei benefici.

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Disuguaglianze e nuova abbondanza: la posta in gioco

“Dobbiamo assicurarci che l’IA venga distribuita equamente, ma questa è più una questione politica”, ha spiegato il CEO di DeepMind. “Quando lo sarà, vivremo in un mondo di straordinaria abbondanza”. Nonostante questa visione molto ottimistica, il Ceo ammette che il passaggio non sarà indolore.

“La rivoluzione industriale non è stata una passeggiata per tutti”, ammette Hassabis, “ma non vorremmo che non fosse mai accaduta. Bisognerà ridurre al minimo la frizione che si creerà nella società per far sì che i cambiamenti siano per il meglio”.

I nuovi strumenti che cambiano la scienza

Nel frattempo, Google DeepMind continua a spingere sul fronte della ricerca avanzata. A giugno, il gruppo ha presentato AlphaGenome, un modello in grado di leggere la cosiddetta materia oscura del DNA, cioè le sequenze genetiche che non codificano proteine ma ne influenzano l’attività.

Pochi giorni dopo è arrivato Aeneas, un altro strumento di IA che riesce a ricostruire testi in latino anche frammentati o deteriorati dal tempo. Sono segnali chiari che la rivoluzione è già in corso. Ma solo nelle segrete stanze, perché il 99% della popolazione è esclusa da queste conoscenze. E secondo Hassabis, il cambiamento sarà molto più vasto – e rapido – di quanto l’opinione pubblica sia pronta ad accettare.

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