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Terremoto pochi minuti fa: la scossa spaventa i cittadini

Pubblicato: 07/08/2025 12:34

La quiete era profonda, spezzata solo dal rumore lieve dei ventilatori e dalle finestre aperte sul buio. Poi, d’improvviso, tutto ha vibrato. Mobili che tintinnano, lampade che oscillano, pavimenti che sembrano liquidi per pochi, interminabili secondi. La gente si è svegliata di colpo, qualcuno ha pensato a un brutto sogno, altri sono corsi fuori in pigiama. I telefoni hanno iniziato a squillare quasi all’unisono. “L’hai sentito anche tu?”. Sì, l’avevano sentito tutti.

Non era un sogno. Era un terremoto. Uno di quelli che arrivano senza bussare, anche se in fondo — per chi abita in zone sismiche — una parte del cervello resta sempre all’erta. E questa volta l’epicentro non era lontano: la scossa è stata netta, profonda, ma non abbastanza da passare inosservata.

Scossa sismica nel Peloponneso: paura nella notte a Messíni

Una scossa di terremoto di magnitudo 5.1 è stata registrata alle ore 01:00 (ora locale, le 11:49 in Italia) con epicentro nei pressi di Messíni, nel sud della Grecia. Secondo quanto riferito dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (GDACS), il sisma si è sviluppato a una profondità di 118 chilometri, un valore elevato che ha contribuito a smorzare la violenza della scossa in superficie, riducendo i danni ma non la percezione.

Non si segnalano al momento danni gravi né feriti, ma il sisma è stato avvertito in una vasta area del Peloponneso e ha generato molta apprensione tra la popolazione, anche perché è avvenuto nel cuore della notte. Le autorità locali hanno immediatamente avviato le verifiche strutturali sugli edifici più sensibili, come scuole e ospedali.

Terremoti: impossibili da prevedere, ma si studiano i precursori

Come sempre in questi casi, la domanda si ripresenta: è possibile prevedere un terremoto? La risposta, ad oggi, è no. Tuttavia, la comunità scientifica continua a studiare alcuni precursori sismici che potrebbero indicare zone a rischio o finestre temporali critiche. Tra questi ci sono la cosiddetta quiescenza sismica, ovvero un’insolita assenza di scosse in zone notoriamente attive, oppure le variazioni del gas radon nelle acque profonde, fino ai cambiamenti improvvisi nel livello dei pozzi.

Sono segnali da osservare con attenzione, ma non ancora sufficienti per emettere un allarme certo. Nel frattempo, il monitoraggio in tempo reale e l’educazione alla prevenzione restano le armi principali per convivere con un fenomeno tanto antico quanto imprevedibile.

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