
Le strade di una tranquilla cittadina lombarda si apprestavano a salutare il giorno, avvolgendo i palazzi e le vie in una luce soffusa e dorata. In quel crepuscolo, due amiche, una di quindici e l’altra di sedici anni, stavano facendo ritorno a casa, ignare del fato che le attendeva. L’aria estiva era immobile e le risate delle ragazze riecheggiavano leggere nel silenzio ovattato del pomeriggio che si congedava. Entrate nel portone del loro palazzo, si sono dirette verso l’ascensore, con le borse della spesa e i libri di scuola ancora in mano, pronte a raccontarsi i dettagli della loro giornata una volta arrivate al piano. Non si erano accorte che un’ombra le aveva seguite, un’ombra che, come un predatore paziente, era rimasta in attesa.
All’apertura della porta di casa, la loro routine si è spezzata. La soglia che per loro rappresentava un porto sicuro, si è trasformata in una trappola. Quell’ombra, quel volto sconosciuto, era lì, e con sé portava il buio e la minaccia. L’uomo si è intrufolato nell’appartamento, bloccando la porta alle loro spalle, sigillando ogni via di fuga. L’atmosfera si è fatta pesante, un silenzio agghiacciante ha preso il posto delle loro risate, un’ansia crescente le ha pervase. In quel momento, le ragazze hanno compreso che la loro libertà era stata sottratta, e la sicurezza della loro casa era stata violata. Erano prigioniere, inermi e sole.
La terribile aggressione
L’uomo, un quarantenne già noto alle forze dell’ordine e originario d’Italia, le ha minacciate con un cacciavite. Ha utilizzato la paura come strumento di controllo per sottometterle, imponendo la sua volontà. La tranquilla casa di famiglia, a Sesto San Giovanni, si è trasformata in un luogo di terrore. Le due minorenni sono state costrette a subire ripetutamente atti sessuali e a bere alcolici. Le violenze si sono protratte per un tempo indefinito, un incubo a occhi aperti che sembrava non avere fine. La paura che i genitori potessero rincasare in quel momento di orrore ha spinto il malvivente a fuggire. Ma prima di andarsene, ha voluto lasciare il segno della sua malvagità, rubando i loro cellulari e alcuni gioielli di valore.
La rapida indagine e il fermo
Il fuggitivo, dopo aver terrorizzato le due giovani, si è dileguato nell’anonimato della strada. Le ragazze, una volta libere da quella terribile morsa, hanno trovato il coraggio di chiedere aiuto. Le loro testimonianze hanno innescato una immediata e massiccia ricerca da parte dei carabinieri. Diverse pattuglie si sono messe in azione, setacciando la zona di Sesto San Giovanni e dintorni. Il lavoro rapido e coordinato delle forze dell’ordine ha permesso di rintracciare l’uomo in breve tempo. Mentre vagava per strada, è stato notato e fermato dalle autorità. Addosso aveva ancora i cellulari e i gioielli rubati, il cacciavite usato per minacciare le ragazze e, incredibilmente, diverse fascette da elettricista, il cui utilizzo rimaneva un sinistro interrogativo.
L’uomo è stato immediatamente fermato per violenza sessuale, sequestro di persona e rapina. Le prove erano schiaccianti e non lasciavano adito a dubbi: la presenza degli oggetti rubati, dell’arma utilizzata per la minaccia e, soprattutto, le testimonianze delle vittime. Su disposizione del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Monza, il quarantenne è stato condotto in carcere. Le due ragazze, ancora sconvolte da quella terribile esperienza, sono state affidate alle cure dei sanitari e dei loro familiari. La speranza è che la giustizia possa ora fare il suo corso, garantendo che un atto di tale efferatezza non resti impunito.