Vai al contenuto

Italia. Si lancia con il parapendio, ma qualcosa va storto: “Era lei”

Pubblicato: 08/08/2025 15:00

Una nuova alba ha tinto di rosa le cime imponenti, un momento magico che si ripete ogni giorno, ma che quel mattino ha avuto il sapore di una promessa speciale. Si è avventurata fin sulla vetta per assaporare quel silenzio primordiale, la sensazione di essere sospesa tra terra e cielo. È stata un’esperienza che tutti, appassionati di montagna, hanno sognato e che finalmente ha vissuto.

Il momento del lancio è arrivato, carico di adrenalina ed eccitazione. Il vento, fedele compagno di chi vive il cielo, ha gonfiato le vele colorate, trasformandole in ali pronte a planare. Un ultimo sguardo, un sorriso carico di vita, e poi il salto nel vuoto, la liberazione e il silenzio. Per un istante, il mondo si è ridotto a un punto lontano, un mosaico di valli e foreste. Ma il sogno si è infranto troppo presto. Qualcosa è andato storto.

La dinamica dell’incidente

L’ennesima tragedia ha funestato le montagne dell’Alto Adige, una regione che in questa estate è stata testimone di numerosi incidenti mortali. La vittima, la 29enne Isabel Kofler, originaria di Merano e residente a Senale-San Felice, ha perso la vita nella mattinata di venerdì 8 agosto. La giovane si è lanciata con il parapendio dalla vetta dell’Ortles, a circa 3.900 metri di quota, dopo averla raggiunta all’alba con una comitiva di amici.

L’allarme è stato lanciato intorno alle 7 del mattino. Secondo una prima ricostruzione, Isabel Kofler, subito dopo il lancio, ha perso rapidamente quota. Dopo aver precipitato per circa 500 metri, si è schiantata lungo la parete nord dell’Ortles. L’impatto le è stato fatale. Gli amici che erano con lei hanno assistito impotenti alla tragica scena, la loro gioia trasformata in disperazione in pochi, drammatici secondi.

I soccorsi e il recupero

I soccorsi sono stati immediati e sono giunti sul posto in tempi rapidi. Hanno partecipato all’operazione il soccorso alpino di Solda, l’elicottero Pelikan 1 e i militari della Guardia di Finanza, a cui è stato affidato il compito di ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente. Il recupero del corpo senza vita della donna si è rivelato particolarmente difficile a causa della natura impervia dell’area dello schianto. È stato necessario l’utilizzo di un verricello per estrarre la salma dalla parete rocciosa, in un’operazione delicata che ha aggiunto un ulteriore strato di dolore e tristezza a una giornata già funestata dal lutto.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure