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“Primo questo e poi la morte”. Garlasco, cambia tutto dopo la scoperta di Flaminia Bolzan su Chiara Poggi

Pubblicato: 08/08/2025 15:19

Il delitto di Garlasco, con protagonista Chiara Poggi, torna sotto i riflettori grazie a una nuova analisi firmata dalla criminologa e psicologa Flaminia Bolzan. Nell’ultima puntata di Filorosso, Bolzan si è immersa tra i dettagli del referto autoptico del 2007, stilato dal medico legale dottor Ballardini, per ricostruire gli ultimi istanti di vita della giovane. La questione chiave? L’orario del decesso, fissato tra le 10:30 e le 12, con una finestra cruciale intorno alle 11-11:30. In questo breve lasso di tempo – spiega l’esperta – si sarebbe consumata un’aggressione rapida e fatale.

Secondo Bolzan, il referto medico mostra che tutte le lesioni riportate da Chiara erano “vitali”, ovvero inflitte mentre era ancora viva e con una circolazione attiva. Le ferite concentrate su volto e cranio, in particolare un colpo violento nella zona parieto-occipitale sinistra, sarebbero state provocate con un oggetto contundente di grosse dimensioni e colpendo dall’alto. Una ferita che, da sola, avrebbe potuto risultare fatale.

Sequenza degli eventi e dettagli chiave

Chiara Poggi Omicidio

Un dettaglio che colpisce l’attenzione è l’assenza di lesioni da difesa: secondo la criminologa, questo suggerisce che Chiara non abbia avuto il tempo di proteggersi dall’attacco. Poiché tutte le ferite risultano vitali, resta impossibile stabilire quale sia stata inferta per prima, lasciando la ricostruzione della sequenza ancora aperta e oggetto di dibattito.

Il focus si sposta anche sui tagli riscontrati sulle palpebre della vittima. Bolzan sottolinea che questi potrebbero essere stati provocati da uno strumento diverso rispetto a quello usato per i colpi principali. Le ferite, superficiali, non suggeriscono torture o sevizie: la dinamica appare, infatti, incompatibile con l’agire di chi infligge violenze prolungate con freddezza.

Ipotesi e oggetti della scena

Chiara Poggi Omicidio

Un ulteriore spunto arriva da una piccola lesione sopra l’orecchio di Chiara, descritta inizialmente come foro. Bolzan preferisce definirla una ferita di diametro limitato, difficile da ricondurre a un oggetto specifico. Tuttavia, richiama l’analisi dell’esperto di balistica, dottor Manieri, che ipotizza una compatibilità con la forma di un portavaso in ferro battuto presente in casa, caratterizzato da elementi decorativi ricurvi. Chiara potrebbe averla riportata urtando durante la caduta.

Non meno interessante è il modo in cui la criminologa smonta alcune ipotesi che hanno alimentato l’immaginario collettivo. “L’ipotesi di un’azione fredda e ripetuta non trova riscontro nei dati oggettivi del referto”, rimarca Bolzan, chiarendo che la scena del crimine parla di un’azione improvvisa e feroce, non pianificata nei dettagli.

Un caso ancora irrisolto e l’impatto sull’opinione pubblica

L’intervento di Bolzan aggiunge nuovi dettagli e spunti interpretativi che, a distanza di anni, continuano a dividere l’opinione pubblica. Il caso di Chiara Poggi resta avvolto nel mistero, con una comunità ancora in cerca di risposte sulla dinamica e sull’identità dell’autore dell’omicidio. La narrazione si rinnova, tra analisi forensi e ipotesi, in un dibattito che non smette di appassionare l’Italia.

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