
Negli ultimi mesi si è intensificato il dibattito su un possibile vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano, Donald Trump. Le tensioni internazionali, in particolare la guerra in Ucraina, hanno reso questo incontro un punto focale per la diplomazia globale.
La stampa e i funzionari di entrambi i Paesi hanno fornito resoconti contrastanti, alimentando incertezza e speculazioni. Il Cremlino ha mostrato apertura a un incontro con Trump, ma ha sottolineato che le condizioni per un vertice con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “sono ancora lontane”. Questa posizione ha creato un quadro complesso, in cui le diverse parti sembrano perseguire obiettivi divergenti.

I preparativi per l’incontro
Le discussioni per il vertice tra Putin e Trump sono in corso da diversi mesi, con l’amministrazione americana che ha accelerato il processo su richiesta di Trump. L’assistente del Cremlino, Yuri Ushakov, ha dichiarato che l’incontro potrebbe avvenire “già la prossima settimana” o entro le due settimane successive. L’accelerazione dei preparativi è stata confermata anche da fonti americane. A riprova del fermento diplomatico, Putin ha incontrato l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, al Cremlino. Inizialmente, alcuni media americani avevano ipotizzato che Putin avesse accettato di incontrare prima Trump e poi Zelensky in un vertice a tre, per negoziare un cessate il fuoco in Ucraina. Tuttavia, il Cremlino ha smentito questa ricostruzione.
Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha chiarito che l’idea di un vertice trilaterale è stata “solo menzionata dalla parte americana” e non è stata discussa attivamente. La Russia, ha spiegato, preferisce concentrarsi sui preparativi per un incontro bilaterale con Trump. Questa precisazione serve a ridimensionare le aspettative su una possibile rapida risoluzione del conflitto in Ucraina, che richiederebbe un’interazione diretta con Zelensky. Putin stesso, citato dall’agenzia di stampa Tass, ha ribadito che un incontro con il presidente ucraino “è possibile”, ma che le condizioni necessarie “sono ancora lontane”. Questa affermazione conferma la linea dura della Russia e la sua riluttanza a cedere a pressioni per un dialogo diretto con Kiev senza che siano soddisfatte le sue richieste preliminari.
La posizione di Trump sul vertice si è dimostrata ambigua. Sebbene i media americani avessero precedentemente riportato che un incontro Putin-Zelensky fosse un prerequisito per il vertice con Trump, quest’ultimo ha smentito tale vincolo. “No, non è obbligato, no”, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se Putin fosse tenuto a incontrare prima Zelensky. Trump ha poi aggiunto che i leader russi “vorrebbero incontrarmi” e che lui “farò tutto il possibile per fermare le uccisioni”. Questa dichiarazione contraddice le presunte condizioni poste dalla Casa Bianca e suggerisce che il presidente americano sia ansioso di procedere con l’incontro, forse nella speranza di negoziare una soluzione al conflitto ucraino da solo.

Le possibili sedi dell’incontro
Un altro tema di discussione è la sede del vertice. Sebbene non sia stata ancora fissata una località ufficiale, Putin ha suggerito che gli Emirati Arabi Uniti potrebbero essere un luogo adatto. Questa proposta è stata avanzata dopo un incontro al Cremlino con il leader degli Emirati, Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Putin ha sottolineato che ci sono “molti amici che sono disposti ad aiutarci a organizzare tali eventi” e ha citato il presidente degli Emirati come uno di questi. La scelta di una sede neutrale come gli Emirati Arabi Uniti potrebbe facilitare i colloqui, fornendo un contesto meno teso rispetto a Washington o Mosca.
La complessità e le contraddizioni emerse dai resoconti ufficiali e non ufficiali indicano che la strada verso un vertice Putin-Trump è costellata di ostacoli e di incertezze. Mentre il Cremlino sembra pronto a dialogare con Trump, preferendo un formato bilaterale, le condizioni per un incontro con Zelensky rimangono irrealistiche per la Russia. Le diverse posizioni dei leader, le smentite del Cremlino e le speculazioni dei media contribuiscono a creare un quadro diplomatico frammentato.