
La violenza può colpire in qualunque momento e in qualunque luogo, anche negli spazi dedicati alla cura e all’aiuto delle persone. Il senso di sicurezza che si prova all’interno di un presidio sanitario o di un’associazione di soccorso viene improvvisamente infranto quando un gesto estremo irrompe nella quotidianità, trasformando un ambiente di solidarietà in uno scenario di paura.
Ogni volta che una comunità si trova ad affrontare un episodio di sangue, la fiducia collettiva subisce un duro colpo. Restano domande senza risposta, il bisogno di capire cosa abbia spinto qualcuno a compiere un’azione tanto brutale e il dolore per una vita strappata in modo improvviso e violento.

Un soccorritore del 118 è stato ucciso nella notte in un agguato avvenuto all’interno della sede dell’associazione Intervol a Buddusò, in provincia di Sassari. La vittima, Marco Pusceddu, 51 anni, era residente a Cagliari ma originario di Portoscuso e si trovava nella struttura per svolgere il proprio turno di servizio.
Secondo una prima ricostruzione, un uomo si sarebbe presentato alla sede chiedendo espressamente della vittima. Una volta individuato, avrebbe aperto il fuoco con una pistola, esplodendo diversi colpi da distanza ravvicinata, per poi fuggire a piedi.
Agguato fulmineo e inutili tentativi di soccorso
Nonostante l’intervento immediato dei colleghi e l’avvio delle manovre di rianimazione, per Pusceddu non c’è stato nulla da fare. Le ferite riportate si sono rivelate letali e i sanitari presenti non hanno potuto che constatarne il decesso.
Sul luogo sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Ozieri, che hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’agguato e identificare il responsabile. In queste ore si stanno acquisendo testimonianze e verificando eventuali immagini di videosorveglianza della zona.