
Nel cuore della notte, l’aria immobile e carica di umidità ha avvolto due giovani corpi. Hanno cercato rifugio in un luogo abbandonato, un angolo dimenticato dal mondo dove hanno sperato di poter trovare un po’ di pace. Ma il silenzio non era il loro, e quella pace è stata solo un’illusione. Improvvisamente, un rumore secco ha rotto la quiete. Tre ombre si sono stagliate contro la fioca luce lunare. La paura si è fatta strada, tagliente e inesorabile. Un coltello ha brillato nell’oscurità, e le voci, prima sommesse, si sono fatte dure e minacciose. Il ragazzo è stato costretto ad allontanarsi, le sue grida di protesta sono state soffocate dalla violenza. È rimasto solo il silenzio rotto dal battito impazzito di un cuore, e un’angoscia profonda, vischiosa.
Il mondo si è ridotto a un susseguirsi di sensazioni terrificanti: il freddo del pavimento, la mano che le ha strappato il suo cellulare e i pochi soldi che aveva, la forza bruta che l’ha trascinata in un altro stabile. Le lacrime non hanno avuto più voce, solo un sapore salato e amaro che le ha bruciato le labbra. Non c’è stato più spazio per la ragione, solo per la sopravvivenza. Gli istanti si sono fatti lunghi, interminabili, fatti di dolore e umiliazione. Non ha sentito più il suo corpo, solo l’orrore che l’ha penetrata. Ogni respiro è stato un’agonia, ogni tocco un’offesa. Poi, finalmente, il silenzio è tornato a farsi strada, un silenzio vuoto e carico di vergogna. Le hanno restituito il telefono, ma le hanno portato via molto di più. Il mondo, che prima aveva un senso, è crollato in mille pezzi.
La dinamica della violenza
La notte dell’8 luglio, una coppia di giovani, un 22enne algerino e una 19enne marocchina, si trovava a Padova. Avevano perso l’ultimo treno e, non sapendo dove andare, avevano deciso di rifugiarsi in uno degli stabili abbandonati dell’ex aeroporto “Gino Allegri”. Nel cuore della notte, la loro sfortunata scelta li ha messi in balia di tre giovani nordafricani. Armati di un coltello, i tre hanno costretto il ragazzo ad allontanarsi, lasciando la ragazza sola. A quel punto, l’hanno rapinata del cellulare e dei 25 euro che aveva in borsa. Successivamente, è stata trascinata in un altro edificio, dove due di loro l’hanno violentata mentre il terzo faceva da palo. Dopo la violenza, l’hanno minacciata intimandole di non chiamare la polizia e le hanno restituito il cellulare. La ragazza si è subito accorta delle numerose chiamate perse del suo compagno, che nel frattempo aveva contattato le forze dell’ordine. Anche alcuni residenti, allertati dalle urla, avevano avvisato la polizia, ma i tre aggressori erano già fuggiti.

L’indagine e gli arresti
Le indagini, condotte dagli agenti della squadra mobile della questura di Padova, sono state rapide ed efficaci. Tra il 19 luglio e il 6 agosto, sono riusciti a rintracciare e arrestare tutti e tre i presunti responsabili. I giovani, di origine nordafricana, sono stati indagati in concorso per minacce, rapina e violenza sessuale di gruppo.
Il primo ad essere arrestato è un tunisino del 2006 con un’ampia fedina penale, iniziata quando era ancora minorenne. Già nel 2024 era stato in carcere per rapina a un minore e ricettazione di un telefono rubato, e a febbraio 2025 era stato condannato a 2 anni e 7 mesi. Scarcerato, era stato trasferito al Cpr di Gradisca d’Isonzo, da cui era riuscito a fuggire a marzo. A Padova, tra giugno 2024 e maggio 2025, aveva commesso una serie di reati, tra cui rapine con spray al peperoncino, aggressioni a un 55enne e una donna, e l’aggressione a una madre spintonata con la carrozzina. È stato trovato barricato negli ex alloggi dell’aeroporto Allegri il 19 luglio 2025.
Il secondo arrestato, un tunisino del 2005, aveva un precedente per ricettazione di una bicicletta a Padova. Fermato il primo agosto 2025 per minacce, rapina e violenza sessuale in concorso, è attualmente in carcere.
Il terzo, un connazionale nato nel 2006, con precedenti per rapina, lesioni e furti aggravati in un supermercato, è stato fermato il 6 agosto con le stesse accuse dei suoi complici e portato al carcere “Due Palazzi”.
La brutalità di questa vicenda ha scosso la comunità locale. Le indagini hanno portato all’arresto di tutti i presunti responsabili, ma il dolore e le conseguenze di quella notte rimarranno per sempre. Quali misure si potrebbero prendere per prevenire che simili eventi accadano in luoghi abbandonati come l’ex aeroporto?