
La morte di Hayat Fatimi, conosciuta come Anna nel ristorante di Foggia dove lavorava, è l’ennesimo tragico epilogo di una storia di violenza domestica ignorata. Il suo ex compagno, Tariq El Mefedel, l’ha uccisa a coltellate, nonostante la donna lo avesse denunciato e avesse espresso a tutti la sua paura.
L’operatrice del Centro antiviolenza, Roberta Laccetti, con cui Anna aveva stretto un rapporto di fiducia, aveva notato come la 46enne, nonostante le minacce, cercasse di giustificare l’uomo, dicendo che “alla fine è buono” e che le sue azioni erano dovute alla mancanza di soldi e impiego.
Una relazione tormentata
La relazione tra Anna e Tariq era iniziata in Marocco tramite un incontro combinato, per poi proseguire a Foggia. Come racconta l’operatrice Laccetti, la donna si era affezionata a lui, anche se forse non c’era un vero innamoramento. Inizialmente, l’uomo non era violento, ma con il tempo, il rapporto è degenerato. Ha iniziato a bere e a diventare aggressivo, con violenze verbali e fisiche. Dopo circa otto mesi, Anna ha trovato la forza di lasciarlo.
Dopo la rottura, è iniziata una vera e propria persecuzione. Tariq ha iniziato a pedinarla, a inviarle messaggi continui e a minacciarla. Per rassicurarla, aveva persino finto di andarsene, mandandole un video in cui sembrava essere su un treno. Nonostante i suggerimenti dell’operatrice di rendersi irreperibile, Anna sperava che l’uomo, con il tempo, avrebbe accettato la fine della relazione. Tuttavia, il suo ex compagno si era arrabbiato ancora di più quando lei gli aveva proposto di cambiare numero. “Quando mando un messaggio si rabbonisce, se poi cambio numero si arrabbia ancora di più” aveva detto Anna, mostrando una forma di sottomissione psicologica. La situazione è precipitata quando l’uomo l’ha incontrata in strada e ha tentato di colpirla con un coltello. A questo punto, la donna viveva nel terrore, non riusciva più a dormire senza calmanti e aveva attacchi di panico. Oltre alle minacce, aveva raccontato di averlo visto addirittura con una pistola. Nonostante tutto questo, l’arresto non arrivava e non era stato emesso un braccialetto anti-stalking.
Il pericolo era evidente per tutti. Gianfranco Abazia, il titolare del ristorante in cui Anna lavorava, ha confermato che l’ex compagno continuava a minacciarla e a perseguitarla anche dopo la denuncia. Abazia ha sottolineato come tutti nel ristorante fossero consapevoli che Anna fosse in pericolo. Un episodio particolarmente inquietante è avvenuto su Facebook, dove l’uomo aveva pubblicato una foto di Anna come se fosse un manifesto funebre, un chiaro e tragico presagio di ciò che sarebbe accaduto. Questi segnali, evidenti a tutti, non sono stati sufficienti per fermare la furia di un uomo ossessionato e violento.
L’ultimo, fatale, agguato
Tariq El Mefedel, dopo l’omicidio, è stato catturato a Roma, dopo un inseguimento, dai carabinieri. L’agguato è avvenuto a pochi passi dall’abitazione di Anna, probabilmente mentre la donna tornava a casa dal lavoro. La donna, accortasi della presenza dell’uomo, ha avuto la lucidità di telefonare alla polizia, ma purtroppo l’intervento degli agenti è stato inutile. Quando sono arrivati, hanno trovato il suo corpo senza vita, riverso a terra in una pozza di sangue. Sarà l’autopsia a stabilire con esattezza il numero di coltellate inferte ad Anna.
Il lutto cittadino
Il Comune di Foggia ha proclamato il lutto cittadino in concomitanza con i funerali di Anna. Un gesto per testimoniare il dolore e la vicinanza della comunità, scossa dalla brutalità di un crimine che è purtroppo sempre più frequente in Italia. Durante la giornata dei funerali, la bandiera della città sarà esposta a mezz’asta e verrà osservato un minuto di raccoglimento in tutti i luoghi di lavoro, un modo per ricordare Anna e per riflettere su un fenomeno che continua a mietere vittime.