
Una notte di attacchi incrociati con droni ha colpito sia l’Ucraina che la Russia, con danni e feriti da entrambe le parti. In Ucraina, l’area più bersagliata è stata la regione orientale di Kharkiv, dove droni russi hanno provocato almeno cinque incendi e causato il ferimento di sei persone, tra cui una ragazza di 17 anni.
In particolare, i droni hanno colpito il distretto di Chuguev, coinvolgendo i villaggi di Rozdolnoe, Martove e Korobochkyne. A renderlo noto è stato il capo dell’Amministrazione militare regionale, Oleg Synegubov, che ha spiegato come l’attacco sia avvenuto con otto droni, causando danni anche a un asilo nido, a un magazzino e a un campo agricolo.
Nella città di Kharkiv, è stato colpito il quartiere Kyivsky, dove un drone ha danneggiato un negozio e provocato sei feriti. Le autorità ucraine, citate da Ukrainska Pravda, confermano che non ci sono vittime, ma la situazione resta tesa, con allerta alta per ulteriori attacchi.
Contemporaneamente, anche il territorio russo è stato colpito da droni ucraini. Nella città di Saratov, a sud-est del Paese, è scoppiato un vasto incendio a seguito di un attacco a una raffineria di petrolio, secondo quanto riportato da alcuni canali Telegram russi e ripreso da Ukrainska Pravda.

I residenti locali hanno parlato di una forte esplosione, seguita da fiamme visibili a grande distanza. L’episodio conferma come il conflitto dronico tra Mosca e Kiev si stia intensificando anche sul territorio russo, colpendo infrastrutture critiche.
Secondo l’Aeronautica militare ucraina, nella notte 100 droni russi hanno attaccato diverse regioni, tra cui Dnipropetrovsk, Kharkiv, Sumy e Chernihiv. Di questi, 70 sono stati neutralizzati tramite abbattimento o guerra elettronica, mentre i restanti 30 hanno colpito 12 località. In almeno tre casi, i detriti dei droni abbattuti sono caduti in aree popolate.
Da parte russa, invece, il ministero della Difesa ha annunciato di aver abbattuto 121 droni ucraini, lanciati su più fronti, inclusi il Mar d’Azov e regioni interne come Krasnodar, Crimea, Belgorod e Saratov. Secondo quanto riportato dalla Tass, si tratta di droni ad ala fissa, abbattuti con i sistemi di difesa aerea.
In totale, sono state coinvolte almeno 15 regioni russe, tra cui anche Tula, Kaluga, Bryansk, Voronezh, Ryazan, Smolensk, Orël e Tver. Il ministero ha precisato che si tratta del risultato di una massiccia operazione difensiva coordinata, per impedire danni a infrastrutture strategiche e civili.
L’intensificazione degli attacchi con droni evidenzia una nuova fase del conflitto, dove le armi aeree senza pilota stanno diventando sempre più centrali. Entrambi i Paesi mostrano una crescente capacità offensiva e difensiva, mentre civili e infrastrutture continuano a essere i bersagli più esposti.