
L’inchiesta sulla grave intossicazione alimentare che ha causato la morte di Luigi Di Sarno, 52 anni, originario di Cercola e residente a Napoli, si amplia con nuovi indagati. L’uomo è deceduto dopo aver consumato un panino acquistato da un food truck ambulante a Diamante, sospettato di essere contaminato da botulino. Nel registro della Procura di Paola (Cosenza), guidata da Domenico Fiordalisi, risultano iscritti nove nomi.
Tra gli indagati figurano il commerciante ambulante che ha venduto i panini e tre responsabili di una ditta campana che avrebbe fornito i prodotti potenzialmente contaminati. Sono indagati inoltre cinque medici, appartenenti a due strutture sanitarie – un ospedale e una clinica del Cosentino – che hanno seguito Luigi Di Sarno e la seconda vittima, Tamara D’Acunto, 45 anni, residente proprio a Diamante, anche lei deceduta dopo aver mangiato al medesimo food truck.
Reati ipotizzati e accertamenti in corso
La Procura ipotizza a vario titolo i reati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. La posizione più delicata riguarda i medici della struttura privata, mentre l’iscrizione è un atto dovuto per consentire accertamenti irripetibili. Tra martedì e mercoledì sono in programma le autopsie sui due corpi, insieme a ulteriori analisi sul veicolo adibito alla vendita ambulante, sequestrato per impedire ulteriori rischi per la salute pubblica.
Sono complessivamente 18 le parti offese individuate dalla procura. Oltre ai due decessi, infatti, 16 persone hanno manifestato sintomi da intossicazione, con 14 ricoverate all’ospedale Annunziata di Cosenza e due presso l’ospedale Cotugno di Napoli, di cui uno minorenne. Secondo la ricostruzione investigativa del sostituto procuratore Maria Porcelli, i primi malori sono comparsi entro 24-48 ore dal consumo dei panini, tra il 3 e il 5 agosto.
Attenzione sulle diagnosi e conseguenze per la comunità
L’attenzione degli inquirenti si concentra ora anche sulle tempistiche della diagnosi ricevuta dai medici coinvolti. Le cartelle cliniche sono già state sequestrate e saranno fondamentali per valutare se sia stata prestata un’assistenza tempestiva ed adeguata. Il sequestro del food truck rappresenta un passaggio cruciale per gli ulteriori accertamenti tecnici sulle condizioni igieniche e sulle possibili cause dell’intossicazione.
Il caso ha scosso la comunità di Diamante e dell’intero territorio cosentino, aprendo un’indagine che punta a fare chiarezza sulle responsabilità e a prevenire simili tragedie in futuro.