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“Si muore con quantità minime, ecco come salvarsi”. Allarme botulino: la spiegazione dell’esperto

Pubblicato: 10/08/2025 08:48

Come riconoscere un alimento potenzialmente contaminato dalla tossina botulinica? In un’intervista al Corriere della Sera, il medico e tossicologo clinico Davide Lonati, del Centro Antiveleni degli Istituti Clinici Maugeri di Pavia, spiega i segnali a cui prestare attenzione per evitare il botulismo, una delle intossicazioni alimentari più gravi e insidiose.

Uno dei primi segnali di allarme è l’assenza del tipico suono all’apertura del contenitore. «I barattoli o confezioni devono emettere il classico “clac”», spiega Lonati. Se ciò non accade, è possibile che l’alimento non sia stato conservato correttamente, e potrebbe contenere la pericolosa tossina.

Un altro indizio riguarda l’aspetto dei contenitori: non devono apparire deformati o gonfiati. Se una volta aperti si nota la fuoriuscita di liquido o una sorta di ebollizione interna, è meglio non consumare il prodotto: «Si tratta di alimenti potenzialmente alterati», avverte l’esperto.

Alcuni prodotti sono più esposti al rischio di contaminazione. Le zuppe pronte, ad esempio, anche se escono controllate dagli stabilimenti, possono diventare pericolose se durante la distribuzione vengono esposte a sbalzi termici o se si rompe la catena del freddo.

Ancora più delicata la questione delle conserve fatte in casa: verdure in olio, tonno, melanzane o olive. «Sono i prodotti più a rischio», spiega Lonati. I vasetti vanno sterilizzati correttamente, e la cottura, anche a basse temperature, può contribuire a inattivare il veleno. I soggetti più esposti? «Gli studenti universitari fuori sede, che ricevono conserve dalle famiglie, spesso trasportate in condizioni non ottimali».

Diverse, invece, le marmellate. Questi prodotti, anche se artigianali, sono considerati sicuri grazie all’alto contenuto di zucchero, che crea un ambiente ostile alle spore. Lo stesso vale per la passata di pomodoro, protetta dall’aggiunta di sale.

Ma cos’è esattamente la tossina botulinica? «È un veleno potentissimo, tra i più pericolosi in natura. Bastano pochi microgrammi ingeriti per provocare danni gravissimi o addirittura la morte», chiarisce Lonati. Viene definita “il veleno dei veleni” per la sua estrema efficacia tossica anche in quantità minime.

I sintomi del botulismo possono manifestarsi dopo un’incubazione di 24-72 ore. Inizialmente compaiono nausea, vomito, diarrea, seguiti da stipsi e problemi neurologici. In Italia, l’unico trattamento è l’antidoto anti-botulino, che viene somministrato dopo il via libera del Ministero della Salute e inviato rapidamente da depositi strategici distribuiti sul territorio.

Tra i sintomi più gravi ci sono secchezza della bocca, vista sdoppiata, ptosi palpebrale e difficoltà respiratorie. L’antidoto, una volta somministrato, neutralizza la tossina ancora in circolo e può evitare il ricorso all’intubazione. Il centro Maugeri segue circa 30-40 casi l’anno. I recenti episodi in Sardegna e Calabria non costituiscono un’emergenza nazionale, ma una coincidenza temporale.

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