
Ci sono oggetti che diventano custodi silenziosi di emozioni e ricordi, capaci di riportare alla mente momenti e persone che hanno segnato la nostra vita. A volte, basta ritrovarli per rivivere un legame che il tempo o le circostanze hanno reso lontano, ma che il cuore custodisce con forza.
Per chi ha visto un proprio caro affrontare una malattia degenerativa, questi oggetti assumono un valore ancora più profondo. Non sono solo ricordi, ma frammenti di un tempo in cui quel rapporto era ancora integro, momenti concreti che sopravvivono all’oblio e diventano ponti verso ciò che non può più essere.


Una scacchiera giapponese vintage è diventata per Selvaggia Lucarelli il simbolo dell’ultimo legame autentico con la madre, scomparsa a causa dell’Alzheimer. La giornalista, prossima alla partenza per le vacanze, ha raccontato sui social di aver ritrovato quel dono prezioso mentre preparava le valigie, lasciandosi andare a una riflessione intensa e dolorosa sul senso della memoria e della perdita.
Lucarelli ha spiegato come quel regalo, scelto e pensato con cura, sia stato l’ultimo che la madre sia riuscita a farle prima che la malattia prendesse il sopravvento. «Dopo – ha scritto – non ce ne sono stati altri, perché non è più riuscita a pianificare nulla».
Il legame tra memoria e futuro
Nel suo messaggio, la giornalista ha approfondito un aspetto spesso trascurato delle demenze senili: la perdita non solo del passato, ma anche della percezione del futuro. «Senza memoria non c’è neanche il futuro – ha dichiarato –. Ti accorgi magari che è Natale mentre succede, ma non saprai mai che è domani».
Lucarelli ha sottolineato come, per chi assiste un malato di Alzheimer, la morte non rappresenti una cesura netta, ma l’epilogo di un’agonia iniziata molto prima. «Si perde una persona che era fisicamente vicina, ma già lontana da tempo – ha scritto –. I malati di Alzheimer muoiono, ma erano già altrove».
L’ultimo pensiero a sua madre
Guardando quella scacchiera, Lucarelli ha detto di aver rivisto l’essenza della donna che l’aveva cresciuta, racchiusa in quell’oggetto tanto semplice quanto simbolico. «In questa scacchiera – ha concluso – ho visto l’ultima traccia di mia madre. Il dopo è solo strazio».