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Giovanni morto in barca a 21 anni, la scoperta dopo la tragedia: svolta nelle indagini

Pubblicato: 10/08/2025 12:08

Il corpo senza vita era riverso a bordo di uno yacht ormeggiato nel porticciolo di Marina di Portisco, in Costa Smeralda. La vittima, un ragazzo di 21 anni, è stata trovata da sola sull’imbarcazione, dove avrebbe trascorso la notte. Sul decesso di Giovanni Marchionni è stata aperta un’indagine dalla Procura di Tempio Pausania.

Il fascicolo, per ora a carico di ignoti, ipotizza il reato di omicidio colposo. Il primo passo dell’inchiesta sarà l’autopsia, in programma mercoledì all’istituto di medicina legale di Sassari. Secondo una prima ricostruzione, Marchionni potrebbe essere stato ucciso dalle esalazioni tossiche fuoriuscite da un wc chimico a bordo dello yacht, ora posto sotto sequestro.

Giovanni Marchionni aveva 21 anni, era un operaio di un cantiere navale di Licola, ed era originario dell’area flegrea. Lo yacht dove è stato trovato morto appartiene a un imprenditore di Bacoli, e la barca si trovava attraccata nella nota località turistica sarda.

Un punto chiave delle indagini riguarda proprio il ruolo di Marchionni sull’imbarcazione: era lì per motivi di lavoro, come skipper o manutentore, oppure era presente per rapporti personali o di conoscenza con il proprietario della barca? Il chiarimento sul suo inquadramento lavorativo è centrale per accertare eventuali responsabilità.

Al momento della tragedia, nessun altro era a bordo dello yacht. Giovanni sarebbe rimasto da solo tutta la notte. Una circostanza che solleva domande, anche da parte della famiglia, assistita dagli avvocati Maurizio Capozzo e Gabriele Satta: «Perché Giovanni era lì da solo?», chiedono i legali, annunciando la nomina di un consulente di parte per seguire l’autopsia.

Nel frattempo i genitori del ragazzo sono arrivati in Sardegna con un traghetto. La Procura valuterà la nomina di un perito tecnico per verificare se vi sia stata una fuga di sostanze chimiche potenzialmente letali, provenienti dall’impianto del wc chimico o da altre apparecchiature presenti sull’imbarcazione.

Tra le ipotesi, infatti, c’è quella che un malfunzionamento delle batterie o dei sistemi di scarico del wc abbia causato l’emissione di gas tossici, letali in uno spazio chiuso come una cabina. Una dinamica che, se confermata, riaprirebbe il dibattito sulla sicurezza a bordo delle imbarcazioni da diporto.

Anche l’inquadramento contrattuale del giovane sarà centrale per le indagini. La domanda è se questa possa configurarsi come l’ennesima morte bianca, l’ennesimo caso di giovane lavoratore senza tutele in contesti poco regolamentati.

Il dolore per la scomparsa di Giovanni ha colpito tutta la comunità flegrea. Il sindaco di Bacoli, Gerardo Josi Della Ragione, ha annunciato il lutto cittadino nel giorno del funerale: «Non si può morire a 21 anni. Saremo al fianco della famiglia. Nel giorno dell’ultimo saluto, Bacoli si fermerà per manifestare tristezza e cordoglio».

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