
Lutto nella politica italiana: una notizia che ha colpito nel profondo familiari, amici e un’intera comunità. La scomparsa di Guido Laj ha lasciato un vuoto difficile da colmare, non solo tra chi ha condiviso con lui il percorso politico, ma anche tra chi ha potuto apprezzare la sua umanità autentica e il suo stile sempre misurato. Dopo una lunga battaglia contro la malattia, affrontata con coraggio e dignità, Laj si è spento, lasciando un’eredità fatta di valori, ascolto e passione civile.
Figura di riferimento nel Partito Democratico romano e già assessore alle politiche sociali del Municipio II di Roma, negli ultimi anni aveva guidato il Pd municipale portando avanti le idee della sinistra e mantenendo saldo il legame con il territorio. A ricordarlo con emozione è la presidente del Municipio II, Francesca Del Bello, che lo ha definito “un dirigente serio, rigoroso, equilibrato e appassionato” e “un uomo sensibile e riservato”, sottolineando come la malattia lo abbia costretto a un ritiro forzato già da oltre un anno.
Un uomo, una comunità: il ricordo di chi lo ha conosciuto
Non sono mancati messaggi di affetto e stima da parte di colleghi e amici. Enzo Foschi, segretario romano del Pd, ha parlato di Laj come di “un punto di riferimento umano e politico per tantissimi di noi”, ricordando i tanti momenti condivisi tra Feste dell’Unità e confronti sinceri. Foschi ha anche rivelato che, nonostante la malattia, Laj avesse pensato di restituire la delega ai diritti affidatagli dal partito: un gesto di grande responsabilità che lui stesso non aveva voluto accettare, sperando nella sua guarigione.
La notizia ha rapidamente fatto il giro dei social e dei media, generando una vera e propria ondata di cordoglio tra chi ha avuto modo di conoscerlo o lavorare al suo fianco. La sua dedizione e la sua serietà sono diventate esempio per tanti giovani impegnati nel mondo politico e sociale.
Il saluto della politica italiana

Tra i tanti messaggi, spicca quello dell’eurodeputato Nicola Zingaretti, che ha scritto: “una bella persona, discreta, un militante appassionato che metteva sempre al primo posto il valore del noi e della comunità”. Anche il deputato dem Roberto Morassut ha voluto sottolineare l’eredità morale e politica lasciata da Laj, ricordando la sua capacità di essere stimato e voluto bene anche da chi non ne condivideva tutte le battaglie.
La politica italiana si stringe così attorno alla famiglia e agli amici di Laj, riconoscendo l’importanza di una figura che ha saputo incarnare il valore del dialogo e della responsabilità, diventando una guida per colleghi e cittadini.
Un testamento di civiltà e coraggio

Guido Laj stesso aveva raccontato pubblicamente l’inizio della sua malattia: era il settembre 2024 quando, durante una giornata di lavoro, si accorse di non riuscire più a muovere il braccio destro. Ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I, fu operato con successo per un tumore al cervello. In quell’occasione, Laj aveva voluto ringraziare il Servizio Sanitario Nazionale per avergli salvato la vita, ribadendo con forza l’importanza della sanità pubblica e della centralità dei lavoratori nella democrazia italiana. Le sue parole suonano oggi come un vero e proprio testamento civile e umano.
La sua storia, fatta di coraggio, impegno e sensibilità, resta un esempio per chi crede nel valore della partecipazione e nella forza delle idee. Lutto nella politica italiana, ma soprattutto una lezione di vita per tutti noi.