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“In Russia…”. Trump, la gaffe è clamorosa: l’ha detto davvero, davanti a tutti

Pubblicato: 11/08/2025 17:55

Durante la conferenza stampa alla Casa Bianca sull’emergenza criminalità a Washington, Donald Trump ha commesso una gaffe madornale sul vertice di Ferragosto con Putin. Il presidente americano l’ha detto davanti a tutti, senza accorgersene che stava commettendo un errore grossolano.

L’affermazione di Trump, pur sembrando una semplice svista, ha avuto un impatto significativo, specialmente a causa della sua natura pubblica e del contesto diplomatico.

La gaffe di Trump

“Vedrò Putin, andrò in Russia venerdì”. Con queste parole, il presidente americano Donald Trump ha creato un momento di confusione e imbarazzo, mescolando geografia e storia durante una conferenza stampa alla Casa Bianca sull’emergenza criminalità a Washington. L’appuntamento a cui fa riferimento è, in realtà, un incontro con il presidente russo Vladimir Putin in Alaska, il 15 agosto.

Un vertice di grande rilevanza, considerato da molti come potenzialmente determinante per la risoluzione della guerra in Ucraina. Tuttavia, nel suo discorso, Trump ha commesso un errore notevole, affermando di dover “andare in Russia venerdì”, un’espressione che implica un’appartenenza russa dell’Alaska, stato che gli Stati Uniti ha acquistato dall’Impero Russo nel 1867.

L’incidente diplomatico e mediatico

L’affermazione di Trump, pur sembrando una semplice svista, ha avuto un impatto significativo, specialmente a causa della sua natura pubblica e del contesto diplomatico. In un momento di elevate tensioni internazionali, ogni parola pronunciata da un leader mondiale è attentamente analizzata. L’errore non solo ha generato titoli di giornale e discussioni sui social media, ma ha anche sollevato interrogativi sulla preparazione e sulla consapevolezza del presidente riguardo a questioni storiche e geografiche fondamentali. La conferenza stampa, che avrebbe dovuto concentrarsi su questioni di politica interna, si è trasformata in un dibattito involontario sulla storia dei confini tra Stati Uniti e Russia.

Il contesto storico dell’Alaska

Per comprendere appieno l’entità dell’errore di Trump, è essenziale ripercorrere la storia dell’Alaska. Questo vasto territorio, oggi il più grande stato degli Stati Uniti, fu per secoli una colonia russa. L’espansione russa verso est iniziò nel XVII secolo, e nel XVIII secolo i russi si spinsero fino all’Alaska, stabilendovi avamposti commerciali, principalmente per il commercio di pellicce. Tuttavia, la gestione di una colonia così remota si rivelò difficile e costosa per l’Impero Russo, specialmente dopo la disastrosa guerra di Crimea. Nel 1867, il segretario di stato americano William H. Seward negoziò l’acquisto dell’Alaska dalla Russia per 7,2 milioni di dollari. All’epoca, molti americani criticarono l’accordo, definendolo la “follia di Seward”, convinti che si trattasse di una terra sterile e senza valore. La scoperta dell’oro e di altre risorse naturali avrebbe poi dimostrato il contrario, rendendo l’acquisto uno degli affari più vantaggiosi della storia americana.

Le implicazioni politiche e la reazione pubblica

L’incidente ha scatenato una serie di reazioni. Politici, analisti e commentatori si sono interrogati sulle implicazioni di una tale mancanza di precisione da parte di un capo di stato. In un’epoca in cui la disinformazione è una preoccupazione globale, le parole di un presidente hanno un peso immenso. L’errore di Trump è stato interpretato da alcuni come un’ulteriore prova di una gestione disinvolta delle questioni storiche e diplomatiche, mentre altri lo hanno liquidato come una semplice gaffe senza conseguenze. La reazione pubblica è stata un mix di ilarità, indignazione e preoccupazione. Sui social media, l’episodio è diventato subito virale, alimentando meme e discussioni sull’importanza della conoscenza geografica e storica per i leader politici. L’episodio ha anche mostrato come, a volte, la percezione pubblica di un evento possa superare l’intenzione originale del suo autore, trasformando una semplice svista in un momento di dibattito nazionale e internazionale.

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