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“In terapia intensiva”. Botulino in Italia, ancora un drammatico caso: è giovanissimo

Pubblicato: 11/08/2025 20:40

In queste ore si è registrato un nuovo caso di intossicazione da botulino legato al focolaio scoppiato a Diamante (Cosenza). Un ragazzo di 20 anni, figlio di una delle pazienti già ricoverate, è stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza e immediatamente trasferito in Terapia Intensiva, con sintomi compatibili con il botulismo.

Il giovane è il figlio di una donna già ricoverata dopo aver consumato il famigerato panino con “friarielli” acquistato presso uno street food sul lungomare di Diamante domenica 3 agosto. Il focolaio ha già coinvolto 17 persone, due delle quali sono decedute. Attualmente all’Annunziata ci sono 15 pazienti ricoverati: 5 in Terapia Intensiva, 3 in Pediatria e 7 nei reparti di Area Medica.

Nonostante la gravità del quadro clinico di alcuni pazienti, le condizioni generali sembrano in lento miglioramento. Una paziente sottoposta nei giorni scorsi a infusione di antitossina botulinica è stata trasferita dalla Terapia Intensiva al reparto di Medicina. Ma l’arrivo di nuovi casi, come quello del ventenne, mantiene alta l’allerta sanitaria.

Nel frattempo, l’inchiesta della Procura di Paola si allarga. È stato iscritto nel registro degli indagati un sesto medico, salendo così a dieci il numero complessivo di persone coinvolte: sei tra medici ospedalieri e di cliniche private, il venditore ambulante e tre rappresentanti legali dell’azienda che confeziona il prodotto.

Le accuse formulate sono gravi: omicidio colposo, lesioni personali e commercio di sostanze alimentari nocive. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Domenico Fiordalisi e dal sostituto Maria Porcelli, sono in pieno corso. I due deceduti, Luigi Di Sarno (52 anni, campano) e Tamara D’Acunto (45 anni, residente a Diamante), avevano consumato lo stesso alimento prima di sentirsi male.

Domani sarà effettuata l’autopsia sui corpi delle due vittime. Per D’Acunto, che era già stata sepolta, è stata anche disposta la riesumazione, dopo che il fratello ha presentato un esposto in Procura, collegando il suo decesso agli altri casi di intossicazione.

L’iscrizione dei medici nel registro degli indagati è un atto dovuto per garantire la loro partecipazione agli accertamenti tecnici irripetibili. I primi esami dell’Istituto Superiore di Sanità hanno già confermato la presenza della tossina botulinica nei campioni biologici dei pazienti.

A portare un segno di vicinanza ai malati, il vescovo di Cosenza, monsignor Giovanni Checchinato, che si è recato in visita al reparto di Terapia Intensiva. Durante l’incontro, ha espresso solidarietà ai pazienti e un sentito ringraziamento al personale sanitario per la dedizione mostrata in questa emergenza. “Il vostro è un esercizio di resistenza molto importante”, ha dichiarato.

Il focolaio di botulino a Diamante si conferma come uno degli episodi sanitari più gravi degli ultimi anni in Calabria. Le indagini proseguono senza sosta, mentre le autorità invitano la cittadinanza alla massima attenzione nella conservazione e nel consumo degli alimenti.

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