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Israle, la clamorosa decisione sul sacerdote italiano: esplode la rabbia

Pubblicato: 11/08/2025 21:17

È stato fermato all’aeroporto di Tel Aviv don Nandino Capovilla, parroco veneziano e noto esponente del movimento Pax Christi, impegnato da anni in attività per i diritti umani e per la nonviolenza. Il sacerdote, che si trovava in Israele come parte di una delegazione, dovrà trascorrere la notte in una struttura delle autorità israeliane e sarà rimpatriato con il primo volo disponibile domani.

Don Capovilla, parroco a Mestre e voce da sempre critica nei confronti delle guerre e delle violazioni dei diritti civili, si era recato in Israele per partecipare a un’iniziativa di pace e dialogo. Negli ultimi 22 mesi di guerra a Gaza, ha più volte denunciato le sofferenze della popolazione civile e condannato le operazioni militari, definendole una catastrofe umanitaria.

Faceva parte di una delegazione italiana guidata da monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, che sta seguendo da vicino il caso. Il gruppo era arrivato in Israele con due voli separati, ma solo don Capovilla è stato trattenuto.

Nel documento di espulsione, visionato da Avvenire, le autorità israeliane parlano di “ragioni di sicurezza nazionale” per giustificare il provvedimento. Fino al rimpatrio, il sacerdote sarà trattenuto in una struttura designata, senza la possibilità di proseguire la sua missione sul territorio.

Secondo le autorità israeliane, le sue attività pubbliche — come le prese di posizione contro la guerra, i viaggi nei territori occupati e le dichiarazioni a favore del cessate il fuoco — avrebbero messo a rischio la sicurezza del Paese. Accuse che i rappresentanti di Pax Christi definiscono assolutamente infondate.

Il provvedimento potrà essere impugnato davanti alla Corte d’appello israeliana, ma per il momento l’espulsione appare inevitabile. Il documento precisa inoltre che, per tornare in Israele in futuro, don Capovilla dovrà presentare una richiesta preventiva, che sarà vagliata in base alle circostanze del momento.

L’episodio ha già suscitato forti reazioni in Italia, soprattutto tra associazioni pacifiste e comunità religiose. Diverse realtà ecclesiali si sono dette preoccupate per la limitazione della libertà religiosa e dell’attività missionaria nel contesto della crisi in Medio Oriente.

Don Capovilla è da anni una figura centrale nei percorsi di riconciliazione tra israeliani e palestinesi, con numerosi viaggi in Terra Santa. L’azione delle autorità israeliane segna un precedente preoccupante per gli attivisti e religiosi impegnati nella regione.

In attesa del rimpatrio, solidarietà al sacerdote è stata espressa da vari esponenti del mondo cattolico e civile. Pax Christi ha annunciato che continuerà a lavorare per la pace, anche in condizioni difficili, «perché i muri non fermeranno il dialogo e la verità».

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