
C’era il sole di metà pomeriggio, risate basse dopo il pranzo al sacco, asciugamani stesi sull’erba. Un gruppo di amici alternava chiacchiere e tuffi, con quell’aria leggera che appartiene alle giornate d’estate. L’acqua sembrava calma, invitante. Nessuno immaginava che, di lì a poco, quel gioco potesse spezzarsi.
Un tuffo, uno spruzzo, poi il silenzio. Qualcuno ha chiamato il suo nome, più volte. Gli sguardi si sono incrociati, il tempo si è fatto denso. Le telefonate ai soccorsi, la corsa, le sirene. In riva, restavano solo zaini e scarpe, diventati all’improvviso troppo pesanti.
Uno studente di 21 anni dell’Università di Pisa, di origini tunisine, è morto per annegamento nel Lago Sinizzo a San Demetrio ne’ Vestini (L’Aquila). Era in gita con il fratello e alcuni amici quando, dopo pranzo, si è tuffato in acqua e non è più riemerso: tra le ipotesi al vaglio, una possibile congestione.
L’allarme è scattato subito: sul posto sono intervenuti i sommozzatori dei Vigili del Fuoco e i Carabinieri, che hanno avviato le ricerche e recuperato il corpo. La dinamica esatta è in corso di accertamento da parte delle autorità. Per i presenti, sotto shock, sono stati attivati i protocolli di assistenza.
Il luogo della tragedia era già balzato alle cronache a giugno, quando nello stesso specchio d’acqua aveva perso la vita Rahmat Hussain, 21 anni, di origine pakistana residente a L’Aquila. Una sequenza che riapre il tema della prudenza nelle acque interne: anche dove il fondale appare basso e l’acqua è trasparente, temperature, crampi, malori improvvisi e la mancanza di sorveglianza possono trasformare un bagno in un’emergenza.
Le autorità locali invitano a seguire le norme di sicurezza: evitare i tuffi dopo i pasti o lunghe esposizioni al sole, non entrare in acqua da soli, rispettare eventuali divieti, non sopravvalutare le proprie capacità natatorie e segnalare subito qualsiasi difficoltà al 112.