
Sono stati rintracciati i responsabili dell’incidente che ha stroncato la vita di Cecilia De Astis, travolta a Milano da un’auto pirata in via Saponaro, nel quartiere Gratosoglio. Si tratta di tre bambini e una bambina, tutti tra i dieci e i quattordici anni, fermati nelle prime ore di martedì 12 agosto all’interno di un campo rom della zona.
Una scoperta sconvolgente, confermata dagli agenti della Polizia Locale. I piccoli erano a bordo di un’auto rubata, una Citroën DS4 con targa francese, sottratta a un turista ventenne. Dopo l’impatto, erano fuggiti a piedi, lasciando il veicolo con la parte anteriore distrutta. Ora sono in corso le identificazioni ufficiali e le perquisizioni nelle abitazioni dei minori.
L’incidente è avvenuto poco prima di mezzogiorno di lunedì 11 agosto, in corrispondenza del civico 40 di via Saponaro. L’auto, secondo quanto ricostruito finora, procedeva a forte velocità in direzione centro città. All’altezza di una curva, il conducente ha perso il controllo, è salito sul cordolo e ha invaso l’area verde, travolgendo la donna che stava attraversando sulle strisce pedonali.

L’impatto è stato devastante: il corpo di Cecilia De Astis è stato sbalzato a diversi metri di distanza. L’auto, dopo aver abbattuto un cartello stradale, si è fermata danneggiata. Per la donna, 71 anni, non c’è stato nulla da fare: i sanitari del 118 hanno tentato una lunga manovra di rianimazione, ma le ferite erano troppo gravi.
La dinamica è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza della zona, che hanno mostrato chiaramente la fuga dei quattro giovanissimi dopo l’impatto. I bambini hanno lasciato l’auto e si sono dileguati tra le vie laterali, facendo perdere le tracce. L’auto era stata rubata solo il giorno prima, a circa due chilometri dal luogo dell’incidente.
Il fascicolo d’indagine è in mano al pm Enrico Pavone, che procede per omicidio stradale aggravato, omissione di soccorso e furto d’auto. Tuttavia, la giovanissima età dei protagonisti – tutti giovanissimi – rende impossibile per la legge italiana procedere penalmente nei loro confronti. Verranno quindi attivate le procedure per i minori non imputabili, sotto la supervisione della procura minorile.

Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire le ore precedenti al drammatico impatto: da dove siano partiti i bambini, se abbiano ricevuto aiuto da adulti, e come siano riusciti a impossessarsi del veicolo. Domande cruciali per capire le responsabilità, anche genitoriali o ambientali, dietro a un evento che non può essere liquidato come una “bravata”.
La vittima, Cecilia De Astis, era molto conosciuta nel quartiere. Originaria di Ruvo di Puglia, viveva a Milano da decenni. Per oltre trent’anni aveva lavorato al cotonificio Cederna, costruendo la sua vita tra casa e famiglia. Lascia due figli, profondamente scossi da quanto accaduto.
Uno di loro, intervistato dal TGR Lombardia, ha affidato alla tv parole dure ma lucide: “Fatevi un esame di coscienza. Tutti hanno fatto bravate, ma non così”. Il suo appello si unisce a quello di un’intera comunità che chiede non solo giustizia, ma anche verità e responsabilità concrete.
Un incidente terribile, reso ancora più inquietante dal fatto che a provocarlo, secondo gli inquirenti, siano stati quattro bambini. Una tragedia che va oltre la cronaca, sollevando interrogativi su educazione, controllo, degrado sociale e su un contesto in cui, evidentemente, qualcosa si è spezzato molto prima dell’impatto.