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“L’abbiamo trovata così”. Giulia era scomparsa da giorni: l’annuncio dei ricercatori, straziante

Pubblicato: 12/08/2025 08:03

È finita nel peggiore dei modi la scomparsa di Giulia Bonin, la ragazza di 25 anni di cui non si avevano notizie da oltre 24 ore. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato alle 23 di lunedì 11 agosto, in una zona boscosa a poca distanza dalla strada napoleonica, sul Carso triestino.

Un luogo silenzioso, tra gli alberi e la pietra carsica, poco distante da Monte Grisa. È qui che i vigili del fuoco e il soccorso alpino hanno individuato la salma della giovane, a una decina di metri dal sentiero battuto da molti escursionisti. L’ultimo avvistamento di Giulia risaliva alle 7.30 di domenica mattina, in località Prosecco.

La notizia del ritrovamento ha messo fine a ore di ansia e speranza. La famiglia aveva lanciato l’allarme domenica, quando la ragazza non è rientrata a casa dopo pranzo. Non rispondeva al telefono, né ai messaggi. Era sparita nel nulla, senza lasciare spiegazioni.

A denunciare ufficialmente la scomparsa era stata la madre, lunedì pomeriggio, recandosi alla Polizia di Trieste. Subito è stato attivato il piano di ricerche coordinato dalla Prefettura, coinvolgendo forze dell’ordine, squadre di emergenza e volontari.

Parallelamente, era partita una campagna social spontanea, con numerosi appelli condivisi da amici, conoscenti e familiari. La madre e la sorella di Giulia avevano pubblicato una foto della ragazza, chiedendo aiuto a chiunque potesse averla vista o avesse informazioni utili.

Il tratto di Carso dove è stata trovata era già stato perlustrato nella giornata di lunedì, ma solo in serata i soccorritori sono riusciti a individuare il corpo, parzialmente nascosto dalla vegetazione. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per i rilievi di rito.

Al momento non è stata diffusa alcuna ipotesi ufficiale sulle cause del decesso. Le autorità mantengono il massimo riserbo, ma è stata disposta l’autopsia per fare chiarezza. Non si esclude nessuna pista, nemmeno quella del gesto volontario.

Chi la conosceva la descrive come una ragazza solare, sensibile, intelligente, con un legame profondo con la natura. Spesso passeggiava in solitudine nei sentieri del Carso, una zona che conosceva bene e frequentava spesso.

Trieste si risveglia più vuota, più triste. Una giovane vita si è spezzata, e resta il dolore di chi ora cerca risposte. Di Giulia resta il ricordo, e una comunità che si stringe attorno alla famiglia.

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