
Nel silenzio profondo e azzurro del mare, il lusso di uno yacht privato è diventato una trappola infernale. A bordo, sette persone stavano godendosi un pomeriggio idilliaco, lontani dalla riva, cullati dalle onde. Il sole accarezzava il ponte, i suoni della navigazione riempivano l’aria e la vista dell’orizzonte sembrava infinita. All’improvviso, un crepitio sordo ha rotto la quiete. Un fumo denso ha iniziato a salire dal cuore della nave, avvolgendo i sogni di tranquillità in un incubo di terrore. Le fiamme, piccole e insidiose all’inizio, hanno rapidamente divorato il legno e la fibra di vetro, trasformando il paradiso galleggiante in un rogo che sprigionava calore e terrore. L’aria, prima limpida e salmastra, si è fatta irrespirabile, densa di fumo e di un odore acre e chimico.
In quel momento, ogni secondo è diventato prezioso. I sette a bordo, mossi da un istinto di sopravvivenza primordiale, hanno agito con una rapidità e un’efficacia sorprendenti. Le fiamme hanno danzato e sibilato, minacciando di inghiottire tutto ciò che incontravano. La speranza sembrava un orizzonte lontano, quasi irraggiungibile. L’imbarcazione si è trasformata in un guscio di fuoco e disperazione, mentre il mare, così calmo e accogliente fino a poco prima, ora sembrava un confine freddo e indifferente. I sette passeggeri sono riusciti ad allertare i soccorsi in tempo, prima che la situazione diventasse irreparabile. Poi, la lunga e angosciante attesa dell’arrivo degli aiuti, con il rombo dei motori dei soccorritori che si faceva sempre più vicino, ha spezzato la tensione.
L’allarme e i primi soccorsi
L’incidente ha scatenato una rapida risposta di emergenza. L’allarme, lanciato in modo concitato dalla barca in fiamme, è giunto alla centrale operativa della Guardia Costiera, che ha immediatamente attivato i protocolli di salvataggio. Non c’è stato un attimo di esitazione. Le fiamme, visibili a grande distanza, hanno reso chiaro fin da subito il pericolo imminente. La situazione era critica: lo yacht si trovava a ben 7,3 miglia dalla costa, una distanza che avrebbe potuto compromettere un salvataggio tempestivo. Tuttavia, la prontezza e la professionalità del personale di soccorso hanno fatto la differenza. Un’imbarcazione della Guardia Costiera è stata dispiegata con urgenza, mentre veniva valutata anche la possibilità di un supporto aereo.
In mare aperto, ogni minuto conta. L’equipaggio di soccorso ha navigato a tutta velocità verso il punto indicato dalle coordinate GPS, consapevole che il tempo a disposizione si stava riducendo rapidamente. L’incendio, ormai fuori controllo, stava consumando lo yacht con una violenza inaudita. All’arrivo, i soccorritori si sono trovati di fronte a uno scenario drammatico: un’imbarcazione avvolta dalle fiamme e una densa colonna di fumo nero che si alzava verso il cielo. I sette membri dell’equipaggio, fortunatamente, erano riusciti a mettersi in salvo su un’altra piccola imbarcazione di fortuna, aspettando in mare l’arrivo dei soccorsi. Il loro rapido salvataggio è stato la priorità assoluta. Senza esitazione, sono stati tutti trasferiti a bordo dell’unità della Guardia Costiera, portandoli finalmente in un luogo sicuro e lontano dal pericolo. A quanto pare l’imbarcazione è affondata.
Il tragico epilogo dell’imbarcazione
Mentre i superstiti venivano assistiti e portati in salvo, la natura ha preso il sopravvento. Lo yacht, ormai ridotto a un guscio carbonizzato, ha ceduto. Dopo aver lottato per non soccombere alla furia del fuoco, l’imbarcazione ha iniziato a imbarcare acqua. Con un ultimo, lento e inesorabile movimento, è affondata, scomparendo sotto la superficie del mare. L’evento ha rappresentato un tragico epilogo per l’imbarcazione, ma ha messo in evidenza l’efficacia e la tempestività del Maritime Rescue. Il loro intervento non ha salvato la barca, ma ha salvato vite umane. L’incidente si è verificato a sud-ovest di Punta Gavina, un luogo iconico a Formentera, e ha lasciato un profondo impatto emotivo su tutti coloro che sono stati coinvolti.