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Insulti choc a Giorgia Meloni e alla consigliera: “Ca***”. Odio ferocissimo, scatta la denuncia

Pubblicato: 12/08/2025 08:59

“Un cancro a te e a lei, cagna.” Sono parole vergognose, quelle comparse sotto un post pubblicato da Wanda Ferro, sottosegretario agli Interni e figura di spicco di Fratelli d’Italia, su Giorgia Meloni. Un attacco sconcertante che ha scioccato il mondo politico e scatenato un’ondata di reazioni indignate.

L’insulto, comparso tra i commenti social, è un’aggressione verbale tanto violenta quanto gratuita. Un messaggio che, oltre a colpire direttamente due rappresentanti istituzionali, offende anche chi, ogni giorno, combatte davvero contro una malattia come il cancro. Ferro non è rimasta in silenzio: ha presentato denuncia contro l’autore del commento.

Il post da cui è partito tutto era un elogio alla premier Meloni, accompagnato da una rassegna di titoli della stampa estera, tra cui Le Monde, che elogiava la leadership italiana. “Giorgia Meloni, il suo modello: anche Le Monde la elogia. Sinistra ai matti”, aveva scritto Ferro, scatenando la reazione scomposta dell’utente, il cui nome è stato oscurato per tutela legale.

Il commento ha fatto rapidamente il giro della rete, generando sdegno bipartisan. In un’intervista a Il Secolo d’Italia, Ferro ha espresso la propria amarezza: “Le critiche politiche sono il sale della democrazia. Ma augurare il cancro è una barbarie. Non lo accetterei nemmeno se rivolto a un mio avversario politico”.

Accanto a lei si è subito schierato il partito. La sezione calabrese di Fratelli d’Italia ha espresso pieno sostegno alla coordinatrice regionale. L’europarlamentare Denis Nesci ha parlato di “commento squallido”, mentre altri esponenti come Antoniozzi, Orsomarso e Rapani hanno ribadito la necessità di alzare un muro contro l’odio.

Non solo il livello nazionale: anche i consiglieri regionali calabresi, con in testa Luciana De Francesco, hanno definito “inaccettabile” il clima tossico che si sta diffondendo nel dibattito pubblico. Gli assessori regionali Filippo Pietropaolo e Giovanni Calabrese hanno manifestato solidarietà e preoccupazione per l’escalation verbale.

L’insulto, tuttavia, è solo l’ultimo episodio di un linguaggio d’odio che sembra non conoscere pause nemmeno in piena estate. La figura di Giorgia Meloni, come quella di Wanda Ferro, si conferma bersaglio costante di una parte radicale del web che non conosce limiti, né di buon senso né di umanità.

Mentre la Procura valuterà eventuali conseguenze legali nei confronti dell’autore del messaggio, l’episodio riaccende il dibattito sul livello del confronto politico e sulla necessità di proteggere le figure pubbliche, soprattutto le donne, da un’aggressività social che troppe volte sfocia nella violenza.

La politica può dividere, certo. Ma l’insulto, l’augurio di malattia, l’offesa personale non sono strumenti di dissenso. Sono solo segni di una regressione pericolosa. E questa volta, la risposta è stata chiara: denuncia e condanna pubblica.

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