
“Siamo tutti sciacalli”, con queste parole durissime si è aperta la puntata di Filorosso, il programma di Rai3 condotto da Manuela Moreno andato in onda lunedì 11 agosto. Ospite in studio, la scrittrice Barbara Alberti ha lanciato un atto d’accusa che ha fatto gelare il pubblico: “Siamo qui a parlare di Chiara Poggi, e credo che tutti noi, pur con buone intenzioni, stiamo speculando sul suo assassinio”.
Il caso Garlasco torna così sotto i riflettori, ma è la potenza emotiva delle parole di Alberti a scuotere il dibattito. “Guardo la foto di Chiara, ha quello sguardo acceso di chi è pronto alla meraviglia. Una ragazza timida, innamorata, che aveva rinunciato alle ferie per stare vicino al fidanzato Stasi, mentre lui scriveva la tesi”. Poi l’affondo più duro: “Il suo omicidio è diventato una serie dell’orrore. Un processo parallelo, mediatico, che si consuma a reti unificate. Ma è legale che gli avvocati si confrontino così, davanti a milioni di persone?”

Il monologo della scrittrice scuote lo studio, dove siedono proprio alcuni degli avvocati protagonisti del caso. Il primo a rispondere è Angela Taccia, legale di Andrea Sempio (nuovo indagato in una delle piste alternative a Stasi): “Condivido in parte le parole della dottoressa Alberti, ma se il processo mediatico è partito e dilaga ovunque, allora anche l’avvocato ha il dovere di difendere il proprio assistito anche fuori dall’aula, sui media”.
A prendere posizione anche Massimo Lovati, altro avvocato di Sempio: “Capisco lo sfogo della Alberti, ma vorrei ricordare che non siamo stati noi a riaprire questo caso. Chi ha deciso di ricominciare? Perché? Dopo che nel 2017 era stata chiesta l’archiviazione, ora si torna a scavare. C’è un perché che ancora mi sfugge, e non parte da noi”.
L’atmosfera nello studio è tesa. Alberti rilancia, parlando del caso Poggi come di una “grande distrazione di massa”, che sottrae spazio mediatico ad altre tragedie quotidiane. Una frase che non passa inosservata e che spinge Antonio De Rensis, avvocato storico di Alberto Stasi, a intervenire in collegamento.

Dopo problemi tecnici iniziali, De Rensis si inserisce nel dibattito: “Rispetto massimo per Chiara Poggi e per la sua famiglia. Ma non si possono mischiare guerre internazionali e drammi planetari con un caso giudiziario. Questo, francamente, è incommentabile”.
Intanto continua a far discutere la riapertura del caso Garlasco, con nuovi elementi, come il presunto foro sulla tempia della vittima, che secondo alcune perizie recenti sarebbe diverso dalle altre ferite. Un dettaglio che ha acceso nuovamente l’interesse pubblico e giudiziario.
Filorosso ha messo in scena non solo un confronto tra opinioni giuridiche, ma uno scontro tra etica e comunicazione, tra giustizia e televisione. Un interrogativo su tutti resta aperto: è possibile raccontare un caso irrisolto senza trasformarlo in intrattenimento?
E mentre il processo torna al centro dell’arena mediatica, la figura di Chiara, con quello “sguardo acceso” evocato da Alberti, resta il vero nodo irrisolto. Una vita spezzata, attorno alla quale ruotano oggi, ancora una volta, verità parziali e domande senza risposta.