
La perdita di un bambino in mare rappresenta sempre una tragedia drammatica che colpisce profondamente la comunità. Anche momenti di svago e di vacanza possono trasformarsi in incubi quando le condizioni del mare diventano pericolose e bastano pochi istanti per far scatenare un evento irreversibile. La morte di un bambino in acqua lascia un segno indelebile non solo nei familiari ma anche in chi assiste all’incidente e negli operatori di soccorso impegnati nelle ricerche.
Il caso di Carlo Panizzo, sei anni, di Treviso, ne è un esempio drammatico. Lunedì pomeriggio 11 agosto 2025, durante una gita al mare con la mamma per festeggiare il suo compleanno, il bambino è stato trascinato dalla corrente e ha perso la vita. La scena si è svolta in pochi istanti e ha provocato sgomento e dolore tra i presenti, segnando per sempre l’arenile del Cavallino (Venezia).
la tragedia e il racconto del bagnino

Sulla spiaggia era esposta la bandiera rossa a causa della corrente molto forte. Il bagnino Enzo, che ha assistito all’accaduto, ha subito organizzato una catena umana con i turisti presenti per tentare le ricerche. Il corpo di Carlo è stato recuperato la notte successiva, martedì 12 agosto, dai vigili del fuoco grazie a strumentazioni sonar, a pochi metri di profondità.
«C’era la bandiera rossa – ha spiegato il bagnino – perché era appena calata la bora da nord-est. Nel pomeriggio il vento si stava calmando, ma la corrente era molto forte e la marea stava calando, creando una risacca significativa». Il piccolo è stato trovato vicino agli scogli, dove «c’erano onde e un forte risucchio verso il largo».
il dolore sulla spiaggia

Nonostante la zona dell’arenile di Ca’ Ballani non sia considerata pericolosa e sia attentamente sorvegliata da torrette di salvataggio, l’incidente ha avuto esito tragico. Sulla spiaggia il clima è mesto, non si sentono musiche e alcuni eventi turistici sono stati cancellati. Gli scogli vicini al punto in cui Carlo ha perso la vita sono diventati luogo di pellegrinaggio, dove chiunque lascia fiori, magliette o piccoli pensieri in ricordo del bambino e come segno di vicinanza ai genitori.
La perdita di un bambino in mare rappresenta sempre una tragedia drammatica che colpisce profondamente la comunità. Anche momenti di svago e di vacanza possono trasformarsi in incubi quando le condizioni del mare diventano pericolose e bastano pochi istanti per far scatenare un evento irreversibile. La morte di un bambino in acqua lascia un segno indelebile non solo nei familiari ma anche in chi assiste all’incidente e negli operatori di soccorso impegnati nelle ricerche.
Il caso di Carlo Panizzo, sei anni, di Treviso, ne è un esempio drammatico. Lunedì pomeriggio 11 agosto 2025, durante una gita al mare con la mamma per festeggiare il suo compleanno, il bambino è stato trascinato dalla corrente e ha perso la vita. La scena si è svolta in pochi istanti e ha provocato sgomento e dolore tra i presenti, segnando per sempre l’arenile del Cavallino (Venezia).
la tragedia e il racconto del bagnino
Sulla spiaggia era esposta la bandiera rossa a causa della corrente molto forte. Il bagnino Enzo, che ha assistito all’accaduto, ha subito organizzato una catena umana con i turisti presenti per tentare le ricerche. Il corpo di Carlo è stato recuperato la notte successiva, martedì 12 agosto, dai vigili del fuoco grazie a strumentazioni sonar, a pochi metri di profondità.
«C’era la bandiera rossa – ha spiegato il bagnino – perché era appena calata la bora da nord-est. Nel pomeriggio il vento si stava calmando, ma la corrente era molto forte e la marea stava calando, creando una risacca significativa». Il piccolo è stato trovato vicino agli scogli, dove «c’erano onde e un forte risucchio verso il largo».
il dolore sulla spiaggia
Nonostante la zona dell’arenile di Ca’ Ballani non sia considerata pericolosa e sia attentamente sorvegliata da torrette di salvataggio, l’incidente ha avuto esito tragico. Sulla spiaggia il clima è mesto, non si sentono musiche e alcuni eventi turistici sono stati cancellati. Gli scogli vicini al punto in cui Carlo ha perso la vita sono diventati luogo di pellegrinaggio, dove chiunque lascia fiori, magliette o piccoli pensieri in ricordo del bambino e come segno di vicinanza ai genitori.