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Orrore in Italia, neonata di 16 giorni ustionata in spiaggia: “Non apriva gli occhi”

Pubblicato: 13/08/2025 19:01

Ogni estate le spiagge diventano luoghi di relax e svago, ma a volte nascondono pericoli improvvisi. Tra corse dei bambini sulla sabbia e giochi nell’acqua, possono verificarsi incidenti gravi che richiedono interventi immediati. In queste situazioni, la prontezza e il coraggio di chi si trova nei dintorni possono fare la differenza tra la vita e la morte.

Gli episodi di emergenza con neonati e bambini piccoli sono particolarmente delicati. La loro fragilità e la rapidità con cui le condizioni possono peggiorare impongono un’azione tempestiva e coordinata. Il ruolo di chi sa intervenire, sia come medico che come cittadino, diventa cruciale per evitare tragedie.

L’intervento decisivo sulla spiaggia

A Venezia, sulla spiaggia di Cortellazzo, una neonata di appena 16 giorni è stata trovata con ustioni estese al volto e al torace. La piccola, incapace di aprire gli occhi a causa dell’edema, sarebbe potuta morire se non fosse stata soccorsa tempestivamente. A intervenire sono stati tre giovani rugbisti, tra cui un medico specializzando, che si trovavano in zona quando alcuni bagnanti hanno segnalato la situazione critica.

La prontezza dei soccorritori ha fatto la differenza: la neonata è stata salvata e trasportata prima all’ospedale di San Donà e poi a Padova, dove ha ricevuto le cure necessarie. L’episodio sottolinea quanto sia cruciale la collaborazione tra cittadini e professionisti della salute in casi di emergenza sulla spiaggia.

Racconto dei soccorritori

Pierpaolo Serena, medico specializzando in medicina sportiva e ex rugbista, insieme ai compagni di squadra Alvise Bavaresco e Dennis Silva, racconta i momenti concitati: «Sabato pomeriggio ci hanno avvicinato due bagnanti che avevano sentito piangere più volte la neonata. Non ci abbiamo pensato un attimo». La neonata, con ustioni sul petto e sul viso, era in grave difficoltà: senza un intervento immediato, la sua vita sarebbe stata seriamente a rischio.

La comunicazione con i genitori, probabilmente di origine ucraina, è stata resa difficile dalla barriera linguistica. Nonostante ciò, Serena e i suoi amici hanno coordinato i soccorritori, contattando la polizia e il Suem. Dennis Silva ha addirittura inseguito la madre della piccola fino al campeggio, garantendo che la neonata fosse affidata ai soccorritori.

La testimonianza del medico

Pierpaolo Serena ha spiegato: «Ho fatto solo il mio dovere di medico. La situazione era critica e bisognava agire subito». L’esperienza, secondo il medico, resterà impressa per sempre: «Vedere condizioni simili non è comune, ma mi porto dentro anche la conferma che la solidarietà esiste ancora». Il presidente dell’Omar Villorba Rugby, Mirko Piccolo, ha proposto un riconoscimento per l’eroico intervento dei tre atleti, anche se Serena minimizza: «Non ho fatto altro che ciò che era necessario».

La vicenda conferma l’importanza di prontezza e collaborazione in situazioni di emergenza, ricordando che ogni gesto può salvare una vita, anche sulla spiaggia più affollata.

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