
Una bolletta dei rifiuti più leggera è in arrivo per milioni di italiani. Dal 2026 torna il bonus Tari, lo sconto del 25% sulla tassa rifiuti pensato per le famiglie con Isee basso, un aiuto concreto per ridurre la spesa domestica legata alla gestione dei rifiuti. L’agevolazione sarà automatica e non richiederà la compilazione di moduli, rendendo più semplice l’accesso al beneficio. Inoltre, potrà essere combinata con altri bonus come quelli su luce, gas e acqua.
Come funziona il bonus Tari 2026

Il taglio sulla bolletta sarà stabilito dall’Arera e applicato direttamente dai gestori del servizio rifiuti, utilizzando i dati Isee forniti dall’Inps. Per ottenerlo sarà sufficiente aver presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e ottenere un Isee entro i limiti previsti. Lo sconto si calcola sull’importo lordo della Tari, escludendo costi extra e conguagli di anni precedenti, e sarà applicato alla prima rata utile entro il 30 giugno 2026. Eventuali residui saranno scalati dalle rate successive, rendendo l’agevolazione immediatamente efficace.
Secondo le stime ufficiali, circa 4 milioni di famiglie potranno beneficiare dello sconto. Il bonus è destinato alle famiglie con Isee fino a 9.530 euro e a quelle con almeno quattro figli a carico, con Isee fino a 20.000 euro. L’obiettivo è sostenere chi si trova in condizioni economiche più fragili, riducendo il peso delle spese legate alla gestione dei rifiuti domestici.
Quanto si può risparmiare
Il costo medio nazionale della Tari è di 329 euro secondo Cittadinanzattiva 2024, ma le tariffe variano molto tra Comuni. Lo sconto del 25% può tradursi in un risparmio che va da circa 50 euro nelle città con tariffe più basse fino a 150 euro o più nei Comuni con costi più elevati, rendendo il bonus un sostegno concreto per le famiglie.
Il bonus Tari 2026 si basa sugli Isee presentati nel 2025 e riguarda la tassa rifiuti relativa allo stesso anno. I gestori dovranno applicare lo sconto entro giugno 2026. L’Arera coordinerà il sistema con Inps e Anci, garantendo la tutela della privacy e verificando che la misura sia effettivamente applicata. I dati raccolti serviranno anche a valutare l’impatto sociale ed economico del bonus, assicurando che l’iniziativa raggiunga chi ne ha realmente bisogno.