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Garlasco, tensione tra gli avvocati di Stasi e Sempio: il caso del Dna e le nuove polemiche

Pubblicato: 14/08/2025 10:10

Nella puntata del 13 agosto 2025 di Zona Bianca, trasmessa su Rete 4 e condotta da Giuseppe Brindisi, il delitto di Garlasco è tornato al centro dell’attenzione. Nonostante le indagini non abbiano portato a grandi novità, il dibattito si è acceso tra esperti e legali, mettendo in luce ancora una volta le divisioni che accompagnano questo caso a distanza di anni. Al centro della discussione, la recente scoperta legata al Dna di Ignoto 3, inizialmente ritenuto un elemento chiave e poi svelato come traccia proveniente da un altro cadavere analizzato nella stessa sala autoptica.

Contrasti tra esperti e legali

La psicologa e criminologa Anna Maria Casale ha aperto il confronto dichiarando: “La contaminazione della garza rappresenta l’ennesima volta in cui siamo qui a dire che c’è stata una contaminazione. A me spiace che molte persone hanno esultato per questo, come se ci fossero davvero squadre pro Sempio e pro Stasi”. Il legale di Sempio, Massimo Lovati, ha ribadito la sua posizione: “Ho sempre sostenuto che si trattasse di una contaminazione, tant’è che sulla garza è stata individuata anche la presenza di un Dna di un medico che assisteva il dottor Ballardini. Eravamo in una sala autoptica, non eravamo in un laboratorio di analisi”.

La questione della contaminazione e la posizione dei legali

Lovati ha sottolineato: “l’autopsia non è diretta alla ricerca del Dna, ma alla ricerca della causa della morte: fanno la vivisezione del cadavere, guardano gli organi e danno un giudizio”, spiegando che la contaminazione in sala autoptica è “Normalissimo! Sa quanti cadaveri passano in una sala autoptica in una giornata? Che problema c’è?”. Diversa la posizione dell’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, che ha ricordato Chiara Poggi: “Un ricordo molto sommesso della povera Chiara che meritava di vivere la vita meravigliosa per la quale stava lavorando”, sottolineando poi: “Questa indagine non è iniziata con ignoto 3 e non finisce con Ignoto 3… Se noi diciamo che questa roba è normale, non diciamo la verità ai cittadini che devono avere la garanzia che le autopsie si fanno nei modi giusti”.

Il dibattito si allarga: contaminazione e incertezze sulle prove

Sul tema è intervenuta anche Ilaria Cavo: “È evidente che parliamo di contaminazione, che però non dovrebbe esserci, ma ciò non va a mettere in discussione quello che è stato fatto… la notizia è che non c’è un nuovo profilo chiaro che porta un nuovo assassino sulla scena del delitto”. Più critica la giornalista Rita Cavallaro: “Di fronte a questo gravissimo, inaudito caso di contaminazione… la Cattaneo dovrà approfondire cosa è successo in quella sala autoptica… la più importante è quella riguardante l’ipotesi che Chiara sia stata uccisa con due armi diverse, e poi l’orario della morte”.

Le indagini proseguono tra dubbi e nuove analisi

La Casale ha replicato a Cavo: “Io ritengo che la notizia non sia il fatto che non c’è ignoto 3, credo che la Procura stia andando a valutare tutti gli elementi che non sono stati valutati all’epoca e li sta rivalutando, compreso tutti gli ignoti”. De Rensis ha aggiunto che, secondo la Cavallaro, con Ignoto 3 si sarebbero raggiunti 56 errori investigativi, ricordando: “Noi conosciamo forse il 10% di questa indagine… credo che siano molto più importanti la BPA, gli esami che faremo sulle dita di Chiara e tanti altri elementi rispetto a ignoto 3”.

Scontro finale tra le parti e riflessione sulla giustizia

Lovati ha voluto chiarire un punto fondamentale: “Qual è il problema principale che ha scatenato l’episodio dell’ignoto 3? Che oggi possiamo dire che il partito del concorso… ha perso… C’è una morale: prima di andare a cercare nella scuola di Sempio chi c’era o non c’era… bisogna cercare l’assassino, il complice non c’entra niente”. Replica De Rensis: “Prima di dire che il partito del concorso ha perso, aspettiamo i risultati della BPA. Dopo diremo chi vive e chi muore”.

A questo punto Cavo è intervenuta con fermezza: “Per ora è morta Chiara, mi perdoni avvocato”, e ha ribadito: “Ricordiamolo! Mi è uscito spontaneo. Chi vive e chi muore… per ora è morta Chiara!”. De Rensis ha voluto precisare: “Stavo semplicemente replicando alla frase detta dall’avvocato Lovati… Chiara Poggi non entrava in questo ragionamento e lo hanno capito tutti, tranne, forse, la dottoressa Cavo (in effetti si capiva… ndr)”. La discussione si è chiusa con la battuta della stessa Cavo: “Benissimo, grazie per la precisazione, era doverosa”.

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