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Italia in lutto, è morto il leggendario imprenditore: una fine tragica

Pubblicato: 14/08/2025 18:06

L’imprenditoria italiana ha spesso rappresentato un equilibrio tra tradizione e innovazione, tra radici locali e ambizioni internazionali. Nel corso dei decenni, alcuni manager hanno saputo trasformare piccole realtà familiari in aziende di portata globale, creando opportunità di lavoro e contribuendo allo sviluppo economico del Paese. La capacità di guardare oltre i confini e di investire in nuove tecnologie è diventata una caratteristica distintiva dei leader più visionari del settore industriale.

Molti imprenditori hanno affrontato sfide complesse, dalla globalizzazione alla digitalizzazione, mantenendo sempre un forte legame con la comunità e con i valori etici che guidano la conduzione di un’impresa. Questi protagonisti hanno lasciato un segno indelebile non solo nel mondo degli affari, ma anche nel tessuto sociale e culturale delle regioni in cui operano. La loro storia racconta la passione, la determinazione e la lungimiranza necessarie per innovare e crescere in contesti altamente competitivi.

La caduta e la scomparsa

È morto all’ospedale di Belluno, dove era ricoverato dal 10 agosto scorso a seguito delle gravi conseguenze di una caduta accidentale mentre si trovava al golf club di Cortina D’Ampezzo. Stefano Dolcetta, imprenditore vicentino di 76 anni, lascia un segno indelebile nel panorama industriale italiano, ricordato per il suo contributo alla crescita di aziende storiche e alla promozione di progetti innovativi.

Una carriera tra internazionalizzazione e innovazione

Nato il 16 febbraio 1949 a Vicenza, Dolcetta ha guidato per decenni l’azienda di famiglia Fiamm, fondata nel 1942 a Montecchio Maggiore, specializzata nella produzione di batterie e avvisatori acustici. Laureato in Economia e Commercio all’Università di Verona e con un master al Cuoa, aveva iniziato la sua carriera seguendo lo sviluppo commerciale dell’azienda, per poi intraprendere esperienze internazionali in Brasile e Messico, dove contribuì all’avvio della produzione di avvisatori acustici.

Rientrato in Italia a fine anni Settanta, Dolcetta ha guidato l’espansione internazionale di Fiamm in Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti, aprendo stabilimenti e stipulando accordi con grandi gruppi come Ford e General Motors. Nel 1966 anche Ferrari aveva scelto le batterie Fiamm per il modello “Dino”. Dopo aver lasciato Fiamm nel 1997 per fondare Dicra Spa, Dolcetta era rientrato in azienda nel 2007 come amministratore delegato, guidando un piano di ristrutturazione che ha riportato Fiamm ai vertici del mercato con 3.300 dipendenti e 10 sedi produttive nel mondo.

L’impegno nella transizione energetica e nella mobilità sostenibile

Negli ultimi anni, il business degli avvisatori acustici e delle antenne è rimasto alla famiglia Dolcetta sotto il marchio Fiamm Horns & Antennas, insieme alle batterie FZSonick, confluite nella nuova società Elettra, protagonista della transizione energetica e della mobilità sostenibile. Stefano Dolcetta era inoltre vicepresidente di Horien, azienda impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per l’automotive e l’accumulo di energia green.

Dolcetta aveva anche ricoperto incarichi istituzionali, diventando nel 2015 vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali e al welfare. La sua scomparsa ha suscitato commozione nel mondo economico e istituzionale.

Il ricordo di Luca Zaia

«Con profonda tristezza ho appreso la notizia della scomparsa di Stefano Dolcetta, figura di spicco dell’imprenditoria vicentina e italiana. Uomo di grande visione e determinazione, che ha saputo coniugare capacità manageriali e apertura internazionale con un forte legame con la sua terra e la sua comunità», ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Stefano Dolcetta è stato un esempio di come si possa fare impresa con passione, serietà e rispetto per le persone».

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