Vai al contenuto

Silvana Damato trovata morta nella vasca, quei segni sul corpo che fanno impressione: cos’è successo davvero

Pubblicato: 14/08/2025 10:14
silvana damato

Il pomeriggio di venerdì 8 agosto, a Milano, si è tinto di giallo. Gli amici di Silvana Damato, una donna di 69 anni, hanno dato l’allarme non vedendola arrivare per la consueta partita a carte al parco. Il suo telefono squillava a vuoto e la preoccupazione è cresciuta rapidamente. Purtroppo, il peggio è stato confermato: Silvana è stata trovata morta nel suo appartamento al sesto piano di via Alessandro Bisnati, nel quartiere Affori.

La scena del ritrovamento ha subito sollevato una serie di interrogativi inquietanti, trasformando quello che inizialmente poteva sembrare un tragico incidente in un complesso caso di omicidio, con una porta chiusa a chiave, un corpo nella vasca e, un dettaglio agghiacciante, le chiavi di casa svanite nel nulla.

La tragica scoperta e i primi indizi

L’intervento dei Vigili del fuoco è stato necessario per entrare nell’appartamento di Silvana. Essendo la porta principale chiusa dall’interno, i pompieri si sono calati dal tetto per accedere da un balcone, trovandosi di fronte a uno scenario sconvolgente. Silvana giaceva senza vita nella vasca da bagno, con alcuni ematomi sul viso e un segno sospetto sul collo, indizi che smentiscono l’ipotesi di una morte naturale. Nonostante la macabra scoperta, la casa appariva in perfetto ordine. Non c’erano segni di furto, né di una violenta colluttazione. Questo apparente ordine contrasta in modo stridente con la violenza subita dalla donna, suggerendo che chiunque abbia agito lo abbia fatto con una certa freddezza e premeditazione. I primi accertamenti hanno collocato la morte poche ore prima del ritrovamento, restringendo così la finestra temporale dell’evento.

Gli accertamenti medici: acqua nei polmoni e dubbi sull’annegamento

Per fare luce sulle cause del decesso, la pm Valentina Mondovì ha disposto un’autopsia sul corpo della donna. Dalle prime analisi è emerso un dato cruciale: la presenza di acqua nei polmoni. Questo ritrovamento, sebbene non ancora conclusivo, apre la strada all’ipotesi che Silvana possa essere stata annegata. Per avere un quadro più chiaro e definitivo, gli inquirenti sono in attesa degli esiti degli esami istologici e tossicologici. Questi esami, infatti, potranno confermare o smentire l’ipotesi di un annegamento e, eventualmente, rivelare la presenza di sostanze che possano aver alterato lo stato di coscienza della vittima prima della morte. L’assenza di altri segni di violenza o di furto rende questo caso ancora più enigmatico, con l’elemento dell’acqua nei polmoni che diventa il fulcro dell’indagine.

I profili della vittima e il cerchio degli indagati

Silvana Damato, di 69 anni e nata in Belgio, viveva da sola. Era una persona socievole, come dimostra l’allarme lanciato dai suoi amici del parco. Era stata vista in zona quella mattina stessa mentre faceva la spesa. Queste informazioni sono preziose per gli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire le sue ultime ore di vita. Il cerchio delle indagini si sta stringendo attorno a persone che la conoscevano. Non essendoci stati segni di effrazione sulla porta d’ingresso, l’ipotesi più accreditata è che Silvana abbia aperto volontariamente la porta al suo assassino. Questa fiducia mal riposta rende la vicenda ancora più tragica. Gli investigatori stanno analizzando con attenzione le immagini delle telecamere di sorveglianza del condominio, i tabulati telefonici della vittima e stanno ascoltando amici e vicini di casa, per cercare di individuare un possibile movente e un sospetto.

Le chiavi scomparse: l’enigma che non torna

L’elemento più inquietante e al tempo stesso cruciale di questa indagine è la scomparsa delle chiavi di casa. Questo particolare ha trasformato il caso in un vero e proprio giallo. In un appartamento dove tutto era in ordine e nulla è stato rubato, la sparizione delle chiavi appare come un gesto deliberato, una mossa calcolata per depistare le indagini o per celare un movente. Se Silvana conosceva il suo assassino, le chiavi potrebbero essere state portate via per impedire un accesso futuro all’appartamento o, in un gesto ancora più freddo e perverso, per far credere che la donna si fosse chiusa in casa da sola. La scomparsa di un oggetto apparentemente banale in un contesto così tragico è l’unico tassello che non si incastra in un quadro altrimenti troppo ordinato, e proprio per questo è l’indizio che potrebbe rivelarsi fondamentale per risolvere il mistero di via Bisnati e dare un nome all’assassino di Silvana Damato.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure