Vai al contenuto

“Sono bambini…”. Cecilia, le parole a sorpresa del figlio ai funerali: cosa ha detto

Pubblicato: 14/08/2025 18:17
funerali cecilia investita minorenni parole figli

La chiesa di San Barnaba, cuore pulsante del Gratosoglio milanese, oggi si è riempita di emozione e commozione per l’ultimo saluto a Cecilia De Astis, la 71enne travolta e uccisa da un’auto con a bordo quattro minorenni. Oltre duecento persone hanno partecipato al funerale: parenti, amici, conoscenti e chi ha sentito il bisogno di esserci. La bara era coperta da mazzi di gerbere gialle e composizioni di fiori magenta e bianchi. I familiari hanno aperto la cerimonia con ricordi pieni di affetto e dolore.

Protagonista del momento più intenso è stato Filippo Di Terlizzi, uno dei figli, che ha portato in chiesa un’orchidea. “Mi ricorda mia mamma – ha detto -, non tanto per l’orchidea in sé, ma per i colori e lo stile del fiore: il bianco mi ricorda il candore di mia mamma e questo viola che un po’ richiama l’evento traumatico che ha portato alla sua dipartita”. Un gesto che ha colpito e commosso i presenti.

Una perdita che scuote la comunità

funerali cecilia investita minorenni parole figlio filippo

Poco prima della funzione, Filippo Di Terlizzi ha voluto lanciare un messaggio: “Cerchiamo di fare qualcosa come Paese, dobbiamo prevenire questi eventi traumatici. Non è una morte casuale e poteva benissimo essere evitata”. Ha ricordato come la madre sia stata travolta in via Saponaro da un’auto rubata con a bordo quattro ragazzini rom, sottolineando: “Ci vuole maggiore controllo del territorio”, ma aggiungendo anche: “Sono dei bambini, non avevano neanche 14 anni. Non possiamo mettere sulle loro spalle tutte la responsabilità del gesto”.

Empatia e responsabilità sono state le parole chiave anche durante il ricordo della sorella della vittima, Lina De Astis: “Insieme abbiamo condiviso grandi dispiaceri ma anche momenti belli che ci aiuteranno a sopportare un dolore misto a rabbia per il fallimento del sistema della società di cui sei stata vittima”. Un invito a riflettere sulle responsabilità di tutti.

Il valore del perdono e la speranza nel dolore

funerali cecilia investita minorenni parole figlio filippo

Don Davide Bertocchi, durante l’omelia, ha posto l’accento sul tema del perdono: “Gesù, con il suo amore, ha insegnato che gli unici nemici sono la morte e il male. Il male e la morte sono gli unici nemici. Nessuna persona è da considerare nemica. Questo è il più grande insegnamento di Gesù. Anche se queste persone sono imprigionate dal male”. E ha aggiunto: “Tanto meno dei bambini. Tanto meno bambini ai quali è stata negata l’infanzia e per i quali possiamo solo pregare e sperare che finalmente trovino qualcuno che sappia insegnare loro l’amore che vince il male”.

Ha proseguito Don Paolo Steffano, parroco della comunità del Gratosoglio: “C’è speranza. E dove non la vediamo andiamo a cercarla. Dai diamanti non nasce niente. Dal letame nascono i fiori e noi qui a Gratosoglio sicuramente non abbiamo diamanti. Ma abbiamo molti fiori, non dimentichiamoli. E se non li vediamo, andiamo a cercarli. Non servono gli scatti di rabbia”.

Fatti concreti e futuro della comunità

Il sacerdote ha concluso: “Certo, un po’ di indignazione ce l’abbiamo tutti e non può non esserci. Ma non serve la rabbia. Sicuramente non servono i discorsi, i proclami, né tantomeno lo scaricabarile, lo scarico di responsabilità. È sempre colpa di un altro, di un’altra istituzione. Non servono neppure i documenti sulle periferie, nemmeno le encicliche sulla convivenza pacifica. Servono fatti concreti. Ecco di che cosa abbiamo bisogno”, citando De André: “prima pagina, venti notizie, ventuno ingiustizie, lo Stato che fa, si costerna, si indigna, si impegna, poi getta la spugna con gran dignità”.

“Abbiamo bisogno, riprendendo le parole del nostro arcivescovo, di uomini e donne dal fuoco dentro, concrete, che abitano e vivono la nostra realtà, non che parlano. Persone che però non stanno in silenzio, che agiscono nel concreto. E quando cercano di farci tacere, come dice Gesù su Gerusalemme, grideranno le pietre”. Infine, rivolgendosi alla vittima: “Ecco a me piace immaginare così, che Gratosoglio ha bisogno di istituzioni, di privati che investano con continuità sulla povertà educativa, sulla scuola, sulle associazioni sportive, le cooperative di quartiere e sulle parrocchie. Ma tutto questo lo vorrei affidare a Cecilia. Cecilia, mi permetto di affidarti le nostre speranze”.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 14/08/2025 18:22

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure