
Ferragosto, via Gramsci, Como. Una giovane donna sudamericana, incinta al termine della gravidanza, passeggia in compagnia di un uomo quando improvvisamente le doglie si fanno sentire, forti e improvvise. Il piccolo Thiago non vuole aspettare: decide di nascere lì, in mezzo alla strada, tra lo sconcerto dei passanti e la paura di chi le è accanto.
La scena sembra bloccata, nessuno sa come intervenire, finché tra i curiosi compare Maurice Sawadago, 42 anni, originario del Burkina Faso, dal 2013 volontario della Croce Rossa del Basso Lario e oggi operatore in un centro per minori stranieri proprio in via Gramsci. Capisce subito che non c’è tempo: allontana l’accompagnatore, chiama un collega e coinvolge tre sedicenni egiziani ospiti della struttura.
«Abbiamo dovuto fare tutto in strada – ha raccontato a La Provincia di Como – ma i miei ragazzi mi hanno aiutato facendo avanti e indietro con lenzuola pulite per proteggere la mamma e tranquillizzarla». La testa del bambino è già visibile: Maurice taglia i pantaloni della donna e assiste il parto, mentre i ragazzi creano una sorta di tenda improvvisata per ripararla dagli sguardi.
L’arrivo dell’ambulanza completa l’opera: i soccorritori tagliano il cordone ombelicale e portano mamma e figlio al Valduce, lo stesso ospedale dove è nato il figlio di Maurice. «Abbiamo saputo poi che il bambino sta bene. Siamo tutti contenti», ha detto l’operatore, che in Italia vive dal 2010, oggi cittadino italiano e padre di famiglia.
Non si sente un eroe, ma la sua prontezza e l’aiuto dei tre ragazzi hanno trasformato un’emergenza potenzialmente drammatica in una storia a lieto fine, destinata a restare nella memoria di chi c’era quel giorno.