
Nella vita pubblica dei sovrani, i momenti di emozione sincera e visibile sono rari, soprattutto in contesti ufficiali. L’etichetta reale impone solennità e riservatezza, lasciando poco spazio ai sentimenti personali. Proprio per questo, quando la commozione riesce a emergere davanti agli occhi del mondo, l’impatto è profondo e resta impresso nella memoria collettiva.
Le celebrazioni che ricordano le pagine più significative della storia nazionale assumono un valore ancora più forte quando si intrecciano con esperienze personali di sofferenza e resilienza. La memoria del passato diventa così occasione per riflettere non solo sugli eventi che hanno segnato i popoli, ma anche sulle fragilità e sul coraggio di chi oggi li rappresenta.

Re Carlo e la regina Camilla sono apparsi visibilmente commossi in pubblico per la prima volta, lasciando trasparire le proprie emozioni davanti al Paese e al mondo. Un momento raro per la monarchia britannica, da sempre legata al motto della compianta Elisabetta II, “mai lamentarsi, mai spiegare”, e a quell’understatement che rappresenta un tratto distintivo del Regno Unito.
L’occasione è stata la commemorazione per l’80esimo anniversario della vittoria sul Giappone nella Seconda Guerra mondiale, celebrata nella contea dello Staffordshire. Alla presenza di veterani e autorità, i due sovrani hanno preso parte alla cerimonia in ricordo di uno dei passaggi più significativi della storia del Paese.
L’intervento del veterano Abbas

A commuovere i reali è stato l’intervento del capitano Yavar Abbas, 104 anni, che ha deciso di abbandonare il discorso scritto per parlare a braccio. Con parole cariche di emozione, il veterano ha elogiato il re e la regina per la loro presenza, ricordando la malattia che Carlo sta ancora affrontando. Al sovrano era stato diagnosticato un tumore nel febbraio del 2024, e le cure proseguono tuttora.
“Re Carlo e la sua amata regina Camilla sono qui con noi oggi, nonostante la battaglia che Sua Maestà sta conducendo contro il cancro”, ha detto Abbas, scatenando la commozione della coppia reale. Lo stesso veterano ha raccontato di aver affrontato un cancro trent’anni fa, dal quale è riuscito a guarire: “Grazie a Dio, da 25 anni il tumore non si è più ripresentato”. Le sue parole hanno suscitato un lungo applauso da parte dei presenti.
La memoria storica e l’eredità coloniale
Il capitano ha poi ripercorso i ricordi del periodo bellico, sottolineando le contraddizioni di quegli anni. Nato a Charkari, nell’allora India britannica, Abbas non era un sostenitore dell’imperialismo inglese, che anzi dichiarava di detestare. Tuttavia, la scelta di arruolarsi nell’esercito indiano-britannico fu motivata dalla volontà di combattere contro nazismo e fascismo, nella speranza che dopo la guerra l’India potesse conquistare la propria indipendenza.
Così fece parte dei circa 2,5 milioni di soldati indiani che combatterono al fianco della Corona britannica in nome della libertà. Una testimonianza che ha unito memoria personale, senso di giustizia e sacrificio, regalando al re e alla regina un momento di intensa partecipazione emotiva e a tutta la platea un ricordo indelebile.