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Putin abbraccia l’Ucraina: il boia che chiama fratello il condannato

Pubblicato: 16/08/2025 07:10

Ci vuole davvero una dose smisurata di cinismo per arrivare fino ad Anchorage, dall’altra parte del mondo, e mettersi a recitare la solita commedia. Vladimir Putin, reduce da tre anni di invasione, massacri e occupazioni, ha avuto il coraggio di definire l’Ucraina “Paese fratello”, proprio mentre continua a devastarla. Una dichiarazione che suona come uno schiaffo alla realtà, come se un boia si presentasse davanti al condannato dicendogli di volerlo abbracciare.

Il paradosso è tutto qui: mentre a margine del vertice con Trump il capo del Cremlino parla di rapporti di “fiducia reciproca” e di un presunto interesse sincero a chiudere la guerra, i carri armati russi sono ancora piantati sul territorio ucraino, i missili piovono sulle città e migliaia di famiglie vivono nei rifugi. Chiamare fratello chi stai cercando di annientare è un esercizio di ipocrisia che neppure la più scaltra delle propagande può riuscire a rendere credibile.

Putin, con il suo consueto tono da statista pacificatore, finge di offrire una via d’uscita al conflitto, ma la verità è che la sua idea di “pace” coincide con la capitolazione di Kiev. Non è fratellanza: è un ultimatum mascherato da carezza. Non è dialogo: è ricatto. E il messaggio è chiaro – o accettate la mia visione della storia, oppure continuerete a pagare il prezzo del sangue.

Che poi, sentir parlare di “Paese fratello” da chi ha annesso la Crimea, armato i separatisti del Donbass, ridotto Mariupol a un cumulo di rovine e costretto milioni di persone alla fuga, ha qualcosa di grottesco. È la stessa logica perversa del maltrattante che giura amore eterno alla vittima tra un pugno e l’altro. Una fratellanza costruita a colpi di deportazioni, stupri di guerra, prigioni segrete e fosse comuni.

Il vertice in Alaska, che avrebbe dovuto segnare un passo verso la tregua, si è trasformato nell’ennesimo palcoscenico della propaganda putiniana. Trump, pur nel suo stile ambiguo, ha almeno parlato di progressi, mentre Putin ha recitato il ruolo del leader interessato solo alla pace. Ma ogni volta che il capo del Cremlino pronuncia quella parola, la traduce in guerra. Ogni volta che dice “fratello”, intende “schiavo”.

È il copione consueto di un dittatore che gioca con le parole mentre gioca con la vita degli altri. Perché la realtà è che, se davvero Putin vedesse l’Ucraina come un Paese fratello, non l’avrebbe invasa. E se davvero volesse la pace, basterebbe un ordine: ritirarsi. Tutto il resto è veleno diplomatico, propaganda tossica destinata ai suoi alleati interni e a chi, in Occidente, ha ancora la tentazione di credergli.

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Ultimo Aggiornamento: 16/08/2025 07:12

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