
Quel 12 settembre 2009, davanti al Duomo di Milano gremito di folla e telecamere, l’immagine che colpì più di ogni parola fu quella di Pippo Baudo che reggeva sulle spalle la bara di Mike Bongiorno. Un gesto semplice e solenne, che diventò subito icona: il conduttore siciliano, già allora il volto simbolo della Rai, accompagnava nell’ultimo viaggio l’amico e rivale di sempre, il padre della televisione italiana. In quell’istante il dolore privato e la memoria collettiva si fusero in una scena che rimase impressa nel racconto del Paese.
Un saluto che fece storia
I funerali di Stato per Mike Bongiorno furono un evento nazionale, con autorità, volti dello spettacolo e migliaia di cittadini stretti intorno alla cattedrale. Tra i pochi chiamati a portare la bara c’era proprio Pippo Baudo, che appariva provato, in silenzio, quasi schiacciato dal peso di un addio che era anche il simbolo di una stagione irripetibile della tv italiana. Dopo la celebrazione, quando Fiorello lo invitò a parlare, Baudo si lasciò andare a un ricordo personale, dicendo che “l’idea che tu non ci sia più non riesce a convincermi. Ho indirizzato la mia vita guardandoti, spiandoti, imitandoti”. Parole che suggellarono non solo il dolore, ma anche la gratitudine per un maestro.
Tra amicizia e rivalità
I due protagonisti hanno condiviso un legame fatto di grande rispetto e, a volte, di rivalità. Stili diversi, linguaggi differenti, pubblici talvolta contrapposti: Bongiorno con la sua conduzione popolare e diretta, Baudo con l’impronta più colta e istituzionale. Eppure proprio in quella diversità si nascondeva la loro forza complementare, la capacità di raccontare un’Italia che cambiava. Per questo la fotografia, quella che ritrae Baudo mentre porta la bara sulle spalle, resta così potente: è l’ultimo abbraccio tra amici e rivali, il simbolo visivo di un’epoca della televisione che non tornerà più.