
Nel mondo dello sport, ci sono notizie che arrivano come un pugno nello stomaco. Non sono le sconfitte sul campo o i record mancati, ma quelle che annunciano la fine di una vita, troppo spesso prematuramente. Quando una figura che ha segnato un’epoca, un volto noto a tanti, scompare, si prova un senso di vuoto e di smarrimento collettivo. Ed è proprio questo il sentimento che ha travolto la comunità del bodybuilding, ancora scossa dalle recenti perdite, quando ha appreso della scomparsa di uno dei suoi atleti più rispettati.
La notizia ha riportato alla mente il fragile equilibrio tra la forza del corpo e la vulnerabilità della vita, gettando un’ombra di tristezza su un mondo che fa della disciplina e della perfezione fisica il proprio credo. È l’ennesimo doloroso promemoria che, dietro i muscoli scolpiti e le pose sul palco, c’è sempre un essere umano, con i suoi sogni, le sue fatiche e, purtroppo, la sua fragilità.
Morto Craig Licker
Con profondo cordoglio, la comunità del bodybuilding apprende della prematura scomparsa di un’altra figura di rilievo. La morte di Craig Licker, a soli 57 anni, si inserisce purtroppo in una scia di lutti che ha colpito di recente questo sport, sollevando ancora una volta interrogativi e riflessioni sulla salute e le sfide a lungo termine che affrontano i suoi atleti.
Craig Licker, pur essendosi ritirato dalle competizioni professionistiche, ha continuato a essere una presenza significativa nel mondo del culturismo. La sua carriera, sebbene non costellata di vittorie ai massimi livelli come l’Olympia, è stata solida e rispettata. Il suo trionfo più memorabile rimane la vittoria del titolo dei pesi medi agli NPC Nationals del 1994, un evento di cruciale importanza nel panorama del bodybuilding amatoriale statunitense. Quel successo gli valse la tanto ambita tessera da professionista IFBB, in un periodo storico in cui ottenerla era ben più difficile rispetto a oggi. Come ha ricordato il suo amico e collega Dave Palumbo, in quegli anni il numero di tessere pro assegnate era estremamente limitato, rendendo l’impresa di Licker ancora più significativa e testimoniando il suo talento e la sua dedizione. Il suo debutto da professionista nel 1995 lo vide competere agli Houston Pro Championships e al Niagara Falls Pro Invitational, segnando l’inizio di una serie di 13 partecipazioni a eventi professionistici. Dopo un decennio di assenza, Licker scelse di tornare sulle scene nel 2015, dimostrando una passione incrollabile per lo sport che ha segnato la sua vita.

La scia di lutti e gli interrogativi sulla salute
La scomparsa di Craig Licker si aggiunge tristemente a una lista di recenti decessi nel mondo del bodybuilding. Pochi giorni prima, il mondo del culturismo aveva pianto la perdita della bodybuilder Hayley McNeff, di appena 37 anni. A maggio, era venuto a mancare il giovane brasiliano Guilherme Henrique, di soli 30 anni, mentre un mese dopo se n’era andata anche la colombiana Zulina Hoyos Mendez, nota come “She Hulk”, a 43 anni. Queste tragiche perdite hanno scosso la comunità e alimentato la preoccupazione per le condizioni di salute a lungo termine degli atleti. Il bodybuilding, per sua natura, spinge il corpo al limite, richiedendo diete rigorose, allenamenti intensivi e, in molti casi, l’uso di sostanze che possono avere effetti devastanti sull’organismo, specialmente sul sistema cardiovascolare e sugli organi interni.
Le morti di questi atleti mettono in evidenza una realtà complessa e spesso ignorata. Il corpo viene sottoposto a uno stress costante e a una manipolazione estrema per raggiungere gli standard di ipertrofia e definizione richiesti dalle competizioni. Questo non riguarda solo i professionisti, ma anche gli amatori che aspirano a livelli superiori. La pressione per mantenere una massa muscolare enorme e una percentuale di grasso corporeo minima, specialmente in prossimità delle gare, può portare a pratiche pericolose. Le testimonianze di ex atleti e professionisti del settore spesso raccontano di problemi di salute cronici e di un logorio fisico che si manifesta nel tempo. La memoria di Craig Licker, così come quella di tutti gli altri atleti scomparsi prematuramente, deve servire non solo a onorare il loro contributo allo sport, ma anche a sollecitare una riflessione più profonda all’interno della comunità del bodybuilding. È necessario promuovere una maggiore consapevolezza sui rischi, incentivare la ricerca sulla salute a lungo termine degli atleti e incoraggiare pratiche più sicure.
Il ricordo e l’eredità
Il ricordo di Craig Licker, come espresso dall’amico Dave Palumbo, è quello di una persona non solo talentuosa come atleta, ma anche dotata di un grande senso dell’umorismo e di una profonda umanità. “Mi mancheranno le nostre conversazioni, sempre interessanti e di grande senso dell’umorismo. Rip amico mio”, ha scritto. Palumbo ha evidenziato il lato umano di un campione che ha lasciato un segno non solo sul palco, ma anche nel cuore di chi lo conosceva. L’eredità di Licker non è legata solo ai trofei e ai risultati sportivi, ma anche alla sua storia e ai sacrifici. La sua vita è stata un tributo allo sport che amava.