
Una tragedia familiare ha sconvolto la comunità: una donna di 43 anni si trova sospesa tra la vita e la morte dopo essere stata colpita da numerosi proiettili dall’ex marito, Antonio Luongo, 69 anni. L’uomo, dopo aver compiuto il gesto, si è tolto la vita. Si era appostato fin dal mattino con un’auto a noleggio davanti alla casa della famiglia dell’ex moglie, pianificando nei dettagli un agguato che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti i coinvolti.
Duplice omicidio in casa, vittime il compagno e la madre
Verso le 18.30, Luongo ha fatto irruzione nell’abitazione armato di una pistola con matricola abrasa. Ha aperto il fuoco contro le persone presenti: a cadere sotto i colpi sono stati Nunzio Russo Spena, 48 anni, attuale compagno della donna, e la madre di lei, Zinoviya Knihnitska, 63 anni, di origine ucraina. Entrambi sono morti sul colpo, lasciando la comunità sconvolta da un atto di estrema violenza.
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La corsa contro il tempo: la donna trasferita in condizioni disperate
Obiettivo dell’agguato era proprio l’ex moglie: sei proiettili l’hanno raggiunta, lasciandola gravemente ferita. Dopo aver sparato, Luongo si è tolto la vita con la stessa arma. La donna, che lavora come badante, è stata soccorsa immediatamente in condizioni disperate e trasportata all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, dove i medici hanno tentato di fermare l’emorragia e drenare un emopneumotorace.

Prognosi riservata e condizioni critiche
Nella notte, la gravità delle ferite ha reso necessario il trasferimento in eliambulanza al Cardarelli di Napoli, dove la donna è stata ricoverata in prognosi riservata. Le sue condizioni restano critiche e la prognosi rimane incerta, mentre amici e familiari attendono aggiornamenti con ansia e speranza.


La denuncia ignorata e il dramma della prevenzione
Secondo le ricostruzioni, la donna e la madre avevano notato la presenza di Luongo già in mattinata e avevano deciso di sporgere denuncia, temendo un gesto intimidatorio. Tuttavia, dagli accertamenti non risultavano precedenti gravi a carico dell’uomo. Un dettaglio che riapre il dibattito sull’efficacia degli strumenti di prevenzione e sulla necessità di maggiore attenzione verso i segnali di allarme.
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