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I carabinieri lo colpiscono con il taser dopo essere stati aggrediti, poi la tragedia: muore in ambulanza

Pubblicato: 17/08/2025 17:31

Sempre più spesso gli episodi di violenza improvvisa e incontrollata finiscono al centro della cronaca, con interventi delle forze dell’ordine che devono fronteggiare situazioni delicate e potenzialmente pericolose. In alcuni casi, per fermare chi mette a rischio la sicurezza pubblica, vengono utilizzati strumenti come il taser, introdotto proprio per contenere senza armi da fuoco comportamenti aggressivi o fuori controllo.

L’impiego di questo dispositivo, tuttavia, non smette di suscitare discussioni, soprattutto quando gli interventi terminano con conseguenze drammatiche. Ogni episodio riaccende infatti il dibattito sull’uso proporzionato della forza e sulla necessità di bilanciare la tutela dei cittadini con la salvaguardia della salute di chi viene fermato.

L’intervento dei carabinieri nel quartiere

Nella notte di sabato a Olbia, in provincia di Sassari, un uomo di 57 anni è stato immobilizzato con l’uso del taser dai Carabinieri ed è morto poco dopo durante il trasporto in ospedale. L’episodio è avvenuto nel rione di Santa Mariedda, dove l’uomo, originario di Sassari, stava creando panico tra i passanti con atteggiamenti violenti e incontrollati. I militari, giunti sul posto dopo le segnalazioni dei residenti, sono stati a loro volta aggrediti dal 57enne.

Il malore e la morte durante il trasporto

Per bloccarlo è stato necessario l’impiego della pistola elettrica, che ha permesso di immobilizzarlo. Subito dopo, però, l’uomo ha accusato un grave malore. Caricato in ambulanza, le sue condizioni sono precipitate fino all’arresto cardiaco, risultato fatale nonostante i tentativi dei sanitari di rianimarlo.

Indagini sulle cause del decesso

Le autorità hanno aperto un’indagine per ricostruire la dinamica dei fatti e chiarire le cause della morte. Sarà l’autopsia a stabilire se il decesso sia collegato direttamente alla scarica elettrica del taser o ad altre condizioni pregresse. L’episodio ha scosso la comunità locale e riaperto il dibattito sull’utilizzo di strumenti di contenimento che, pur pensati per ridurre i rischi, possono trasformarsi in protagonisti di tragedie.

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