
Il Teatro delle Vittorie di Roma si trasforma in queste ore nel cuore vibrante della memoria italiana. Tra fiori, silenzi intensi e fotografie che raccontano una carriera leggendaria, la camera ardente dedicata a Pippo Baudo accoglie fan e volti noti: l’ultimo saluto a un’icona che ha segnato la storia della televisione. Le porte rimarranno aperte fino a domani mattina, offrendo a tutti la possibilità di rendere omaggio a chi ha trasformato la tv in cultura pop e condivisione.
In questo scenario carico di emozione, il feretro di Baudo trova posto proprio nello spazio dove ha regalato momenti indimenticabili al pubblico italiano, chiudendo idealmente il cerchio tra palcoscenico, carriera e addio.
Una perdita che unisce generazioni
Le luci soffuse e le melodie che accompagnano il viavai di persone rendono il Teatro delle Vittorie un luogo dove passato e presente si incontrano. Il sentimento dominante è la gratitudine: Baudo ha attraversato decenni e mode, lasciando un segno profondo in chi oggi ricorda i suoi programmi come tappe della propria vita.
Tra i tanti messaggi, quello di Katia Ricciarelli spicca per sincerità e dolore. La celebre cantante lirica, ex moglie di Baudo per oltre vent’anni, ha scelto la tv per aprire il suo cuore e condividere il senso di perdita che sta vivendo.
Katia Ricciarelli: dolore e ricordi in diretta tv

Collegata con Zona Bianca su Rete 4, Ricciarelli racconta con voce commossa: “Sarà sempre nel mio cuore”. Ricorda l’ultimo incontro con Baudo nel 2019 all’Arena di Verona, durante una recita de La traviata: un abbraccio silenzioso e intenso, specchio di un legame che va oltre le parole. Poi confida: “Adesso sono impaurita perché se n’è andato lui e non ho più nessuno. Prima, anche se non ci si vedeva, io avevo un riferimento, adesso non ho più nessuno, io vivo con un cagnolino e questo è tutto”.
Parole che colpiscono per autenticità, restituendo la dimensione umana di una donna che, pur abituata alle luci della ribalta, oggi si ritrova fragile e sola.
La solitudine di Katia Ricciarelli

La solitudine che accompagna Ricciarelli oggi è resa ancora più pesante dalla malattia del suo cagnolino, operato alla spina dorsale proprio nei giorni della scomparsa di Baudo. Guardando indietro, l’artista rievoca la passione di Pippo per l’opera e per la musica: “Lui amava moltissimo la musica e la mia musica”, sottolinea, ricordando il piacere autentico che provava nell’ascolto e nella condivisione.
Per Ricciarelli, la possibilità di dialogare su tutto, dalla cultura all’attualità, rappresentava la vera forza del loro rapporto: una complicità intellettuale rara e preziosa.
Un ricordo che diventa memoria collettiva

Le testimonianze d’affetto che arrivano da amici, colleghi e fan restituiscono l’immagine di un uomo elegante, determinato e capace di rinnovarsi senza mai perdere la propria autenticità. La scomparsa di Baudo non è solo la fine di un’epoca televisiva, ma l’inizio di una memoria che unisce generazioni e sensibilità diverse.
La camera ardente al Teatro delle Vittorie diventa così il simbolo di un addio che non è solo dolore, ma anche celebrazione della cultura pop italiana. Un saluto che si fa rito collettivo, capace di trasformare la perdita in memoria condivisa e in ispirazione per il futuro.