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Un morto annegato ogni due giorni, l’esperto: “Quali sono le cause e a cosa fare attenzione”

Pubblicato: 19/08/2025 12:15
Alessandro Miani

Ogni estate, laghi e fiumi italiani diventano scenario di tragedie che si ripetono con una drammatica regolarità. Decine di persone perdono la vita, spesso per aver sottovalutato rischi invisibili a chi osserva quelle acque apparentemente tranquille. Il giornalista Paolo Virtuani del Corriere ha intervistato su questa tematica assai importante il dottor Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e docente di Prevenzione ambientale all’Università degli Studi di Milano. Le parole di Miani sono un’occasione per comprendere meglio le cause di questo fenomeno. “Ogni anno – spiega l’esperto – in Italia si registrano tra le 330 e le 350 morti per annegamento. Una parte significativa avviene proprio nei laghi e nei fiumi. Le ragioni sono diverse: shock termico dovuto alla differenza tra aria calda e acqua fredda, scarsa capacità di nuoto, sottovalutazione dei pericoli, malori improvvisi e, purtroppo, anche la mancanza di sorveglianza“.
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Perché fiumi e laghi sono così pericolosi

Secondo il medico, la situazione del 2025 è stata persino peggiore rispetto all’anno precedente. “Nei fiumi il pericolo maggiore arriva dalle correnti e dai mulinelli, che trascinano improvvisamente verso il fondo. I corsi d’acqua hanno inoltre fondali irregolari, con buche profonde anche a pochi passi dalla riva”. Nei laghi, invece, il problema è spesso la temperatura: “Lo sbalzo tra acqua gelida e corpo caldo può provocare crampi, fino a causare la perdita di coscienza. Non mancano poi ostacoli sommersi come tronchi, rocce e alghe. Infine, le rive fangose e scivolose possono rendere molto difficile l’uscita dall’acqua, anche in assenza di un pericolo immediato”.

È davvero possibile fare il bagno in sicurezza nelle acque interne?

Spiega Alessandro Miani al Corriere: “Sì, ma solo nelle aree sorvegliate e autorizzate. A differenza del mare, dove la salinità aiuta il galleggiamento, i laghi e i fiumi hanno fondali irregolari e correnti pericolose. Il rischio è più alto in partenza”. Il giornalista Paolo Virtuani, infine, chiede un parere sull’utilità di iniziative come la Giornata mondiale di prevenzione contro gli annegamenti, promossa dall’OMS lo scorso 25 luglio. “Sono fondamentali – conclude Miani – perché sensibilizzano, informano e spingono le istituzioni ad agire. Ma non bastano: devono essere accompagnate da misure concrete, come segnaletica chiara, programmi educativi nelle scuole, maggiori controlli e sorveglianza nelle aree critiche”.

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