
Il vertice di Washington tra Volodymyr Zelensky, Donald Trump e sette leader europei ha aperto uno spiraglio di dialogo sul possibile negoziato con Vladimir Putin, ma la strada verso la pace non sarà semplice e resta disseminata di ostacoli.
Cinque punti chiave richiedono soluzioni delicate: dalla sequenza dei vertici alla gestione dei territori contesi, passando per le garanzie di sicurezza, le forniture militari e la questione dei bambini rapiti. Le diplomazie lavorano costantemente per trovare un equilibrio che possa trasformare il confronto in una trattativa concreta.
La sequenza dei prossimi vertici
Il primo nodo riguarda la calendarizzazione degli incontri. Trump sembra aver convinto Putin a incontrare prima Zelensky, per poi passare a un summit trilaterale con la presenza del presidente americano. L’obiettivo è completare entrambe le tappe entro fine agosto.
La sede più probabile per il bilaterale sarebbe Ginevra, sede proposta da Emmanuel Macron. C’è però il problema del mandato di cattura della Corte penale internazionale dell’Aja su Putin a complicare il quadro: la Svizzera riconosce l’autorità del Tribunale, ma è allo studio un piano per garantire l’immunità al presidente russo durante i colloqui di pace.
I territori occupati
Il secondo nodo riguarda i territori contesi. La Russia chiede il controllo totale di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson e il riconoscimento formale della Crimea. Zelensky ha aperto a trattare partendo dall’attuale linea del fronte, ma cedere città come Sloviansk e Kramatorsk comporterebbe gravi implicazioni politiche e costituzionali. Qui il compromesso appare difficile senza che una delle due parti rinunci alle proprie posizioni di partenza.

Altro punto critico è la protezione futura dell’Ucraina. Trump si è detto disponibile a contribuire alla difesa del Paese, mentre l’Europa valuta due opzioni: un meccanismo simile all’articolo 5 della Nato oppure l’invio di un contingente militare sul territorio. L’Italia propone la prima soluzione, Macron e Starmer la seconda. L’atteggiamento di Putin su questo fronte rimane un interrogativo, ma il bilaterale potrebbe chiarire la disponibilità del Cremlino a un compromesso.
Le armi per l’Ucraina
Trump ha ribadito che gli Usa continueranno a fornire armi, ma solo a pagamento, con il coinvolgimento degli Stati europei. Batterie di missili Patriot e joint venture per la produzione di droni per 50 miliardi di dollari in Ucraina sono già previste. Il piano complessivo di forniture militari ammonta a 100 miliardi di dollari tra acquisti diretti e supporto europeo, con l’Ucraina pronta a coprire parte dei costi autonomamente.
La posizione degli Stati Uniti e quella dell’Europa, che sembrano avere ritrovato una linea comune per la protezione dell’Ucraina, potrebbe mettere in seria difficoltà Putin, che ora si trova davanti un fronte compatto che da una parte lo spinge verso la pace, mentre dall’altra fa capire chiaramente che l’Occidente non arretrerà nel suo progetto di sostegno a Kiev.
Il nodo dei bambini rapiti
Infine, il nodo più delicato riguarda i bambini rapiti dai soldati russi. Sullo scambio dei prigionieri si registra un’intesa vicina, mentre sul ritorno dei minori la trattativa resta complessa. La First Lady americana Melania Trump ha scritto a Putin chiedendo la liberazione dei bambini, messaggio sostenuto anche dalla Commissione europea tramite Ursula von der Leyen. Il tema assume crescente peso politico e potrebbe diventare un punto critico nei negoziati futuri.
In sintesi, i cinque ostacoli delineano un quadro di negoziazione complesso. Ogni decisione sarà scrutinata non solo dalle diplomazie ma anche dall’opinione pubblica internazionale, in attesa di un accordo che possa realmente portare stabilità e avvicinare la pace.