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Centrodestra in tilt per le Regionali, la scelta dei candidati è un rebus

Pubblicato: 19/08/2025 12:27

Le prossime Regionali d’autunno stanno diventando un labirinto per entrambe le coalizioni, con il Centrodestra ancora una volta diviso. La coalizione che governa il Paese è alla ricerca dei candidati più adatti, ma la soluzione appare ancora lontana, mentre lo scontro sotterraneo alimenta voci e polemiche.

Ma anche nel centrosinistra le divisioni interne continuano a far saltare i piani. Veneto, Campania e Toscana sono le Regioni più calde, con sondaggi commissionati in fretta e trattative che assomigliano più a una guerra di nervi che a un percorso politico con un senso profondo.

Il rebus del centrodestra tra Veneto e Campania

A parte i governatori uscenti Roberto Occhiuto in Calabria e Francesco Acquaroli nelle Marche, il centrodestra non ha ancora chiuso le partite nelle altre quattro Regioni al voto. In Veneto e soprattutto in Campania regna l’incertezza: nella terna dei nomi spunta a sorpresa quello dell’ex ministra Mara Carfagna, segretaria di Noi moderati, che ha già aperto alla candidatura: “Se me lo dovessero chiedere, farei una seria riflessione“.

Nei sondaggi commissionati dalla coalizione, Mara è alla pari con il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia. “Per noi la candidata in Campania è Carfagna“, ha dichiarato secco Maurizio Lupi, spingendo di fatto il nome della rappresentante del suo partito. I leader del centrodestra si vedranno tra fine agosto e inizio settembre con i numeri in mano, ma il clima resta teso. E non è un bello spettacolo per chi dovrebbe pensare ai problemi del Paese.

Centrosinistra in ordine sparso tra Calabria e Toscana

Se il centrodestra litiga sui nomi, il centrosinistra non è da meno. In Calabria, dove Occhiuto punta al bis, il Movimento 5 Stelle sembra pronto a schierare Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps e volto legato al reddito di cittadinanza. Con oltre 27 mila voti alle ultime Europee, Tridico viene considerato il candidato più competitivo, ma l’accordo con il Pd non è ancora blindato. Avs rivendica un proprio nome e accusa Giuseppe Conte di “gioco delle parti sporco”, aumentando il rischio di fratture.

In Toscana, nonostante l’intesa di programma tra Pd e M5S per sostenere il governatore uscente Eugenio Giani, il “campo largo” non si allarga affatto: Azione, +Europa, Pri e Psi hanno rotto con Italia Viva e deciso di correre da soli, facendo saltare l’idea di un listone centrista con il nome di Giani nel simbolo. “Inspiegabile“, tuonano i renziani.

Un brutto spettacolo per la politica italiana

Il risultato è un quadro frammentato su entrambi i fronti: il centrodestra deve ancora trovare un assetto per blindare i territori chiave, con una serie di incomprensioni che si sommano ai problemi di carattere generale (in particolare su economia e politica estera) che già mettono a rischio l’unità del governo.

Il centrosinistra, anziché approfittare della situazione, rischia di presentarsi ancora più diviso e senza una strategia comune. A pochi mesi dal voto, la campagna elettorale non è ancora cominciata davvero, ma i contrasti e i litigi interni alle coalizioni occupano già la scena. E non è un bel vedere per la politica italiana.

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