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Febbre spaccaossa, impennano i casi in Italia: confermati nuovi focolai in due regioni

Pubblicato: 19/08/2025 13:25

L’estate in corso ha riportato l’attenzione su una minaccia sanitaria che sembrava lontana, ma che torna ciclicamente ad affacciarsi. Con il progressivo cambiamento climatico e l’aumento delle temperature, il rischio legato alla diffusione di malattie trasmesse da insetti vettori sta crescendo. Tra queste, la Chikungunya è tornata a preoccupare le autorità sanitarie italiane, che hanno già attivato misure straordinarie per contenerne la diffusione. Gli ultimi dati parlano chiaro: l’infezione è presente sul territorio nazionale, con più casi autoctoni confermati.

Le zone più colpite si trovano in due regioni del Nord Italia, dove sono già stati individuati i focolai e avviati gli interventi di disinfestazione. La sorveglianza resta alta, così come l’attenzione dei cittadini chiamati a collaborare con comportamenti corretti e tempestive segnalazioni.

Emilia-Romagna: casi in aumento nella provincia di Modena

Il primo fronte critico si registra in provincia di Modena, dove sono stati confermati 19 casi di Chikungunya, riguardanti dodici donne e sette uomini, tutti di età compresa tra i 14 e gli 84 anni. La maggior parte dei contagi si concentra nel comune di Carpi, con sedici casi, seguita da San Prospero e Concordia. Secondo le autorità sanitarie, nessuno dei soggetti positivi avrebbe viaggiato in zone a rischio, il che conferma una trasmissione locale.

Per contenere il virus e individuare eventuali nuovi contagi, l’Ausl locale ha attivato un servizio di prelievi libero e gratuito presso il Centro prelievi di Carpi, rivolto a residenti che abbiano avuto sintomi compatibili con la malattia. Parallelamente, il Comune ha avviato un piano straordinario di disinfestazione su tutto il territorio, inclusi gli spazi privati. Il sindaco Riccardo Righi ha parlato di un’importante azione condivisa con Regione e sanità pubblica, sottolineando la riduzione significativa della zanzara tigre, pur mantenendo la massima attenzione.

Verona: confermato nuovo contagio autoctono

In Veneto, invece, si segnala un nuovo caso nel comune di Verona, dove un uomo di 69 anni ha manifestato i sintomi tipici l’8 agosto. La diagnosi è stata confermata dal laboratorio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. L’Ulss 9 ha subito avviato le operazioni di disinfestazione straordinaria nelle aree frequentate dal paziente, comprese zone tra Verona e Negrar di Valpolicella.

Le autorità continuano a monitorare la situazione, invitando i cittadini a non sottovalutare i sintomi e a rivolgersi tempestivamente al proprio medico in caso di febbre e dolori articolari.

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